Abstract: Il comune riscontro clinico di notevoli differenze tra le persone con dislessia ha stimolato la ricerca per definire sottotipi di riferimento per la classificazione dei singoli casi. In oltre trenta anni di ricerche, sono state proposte successive differenti classificazioni spesso su base dicotomica, ad esempio, dislessia diseidetica vs disfonetica, dislessia linguistica (L) vs percettiva (P), dislessia fonologica vs superficiale. Una discussione a parte merita il riscontro di casi che ...; [Read more...]
Il comune riscontro clinico di notevoli differenze tra le persone con dislessia ha stimolato la ricerca per definire sottotipi di riferimento per la classificazione dei singoli casi. In oltre trenta anni di ricerche, sono state proposte successive differenti classificazioni spesso su base dicotomica, ad esempio, dislessia diseidetica vs disfonetica, dislessia linguistica (L) vs percettiva (P), dislessia fonologica vs superficiale. Una discussione a parte merita il riscontro di casi che presentano un disturbo della denominazione rapida. Le analisi più sofisticate giungono a una più fine descrizione delle sottocomponenti cognitive dei processi coinvolti nel caso singolo. L’evoluzione della tassonomia (DSM-5 e ICD-11) ha preso atto della difficoltà a individuare profili ben definiti e propone ora un inquadramento che prevede un’unica categoria di disturbo specifico di apprendimento, che poi nei casi singoli si articola con un differente interessamento delle principali funzioni strumentali (lettura, scrittura, calcolo). Si è giunti a questa soluzione provvisoria, dopo molte ricerche sul piano clinico e neuro-psicologico, a cui negli ultimi anni si è aggiunto anche il tentativo di una definizione delle basi neurobiologiche per i diversi profili. Nonostante i risultati non conclusivi, la ricerca di una definizione sia clinica sia neurobiologica dei sottotipi è tuttora un’area attiva di indagine, che ha permesso di accumulare dati, scoperte e ipotesi.
Abstract: Quanti sono in Italia i ragazzi con Disturbi Specifici dell'Apprendimento(DSA)? Gli studi epidemiologici, spesso condotti nella scuola primaria, riportano stime di prevalenza inferiori al 5%, mentre altre indagini rivelano stime oltre il 6%. Riteniamo che un quadro più preciso si possa avere dalle certificazioni DSA che le scuole inviano al Ministero dell'Istruzione (MIUR). Lo studio intende eseguire una analisi temporale e geografica delle certificazioni DSA basandosi sui dati forniti ...; [Read more...]
Quanti sono in Italia i ragazzi con Disturbi Specifici dell'Apprendimento(DSA)? Gli studi epidemiologici, spesso condotti nella scuola primaria, riportano stime di prevalenza inferiori al 5%, mentre altre indagini rivelano stime oltre il 6%. Riteniamo che un quadro più preciso si possa avere dalle certificazioni DSA che le scuole inviano al Ministero dell'Istruzione (MIUR). Lo studio intende eseguire una analisi temporale e geografica delle certificazioni DSA basandosi sui dati forniti dal MIUR, riguardo alle certificazioni suddivise per regione e ordine di scuola dal 2010/2011 al 2018/2019. Nell'anno scolastico 2018/19 la presenza di studenti con certificazione risulta pari al 4,9%, tuttavia questo valore nasconde sia l'eterogeneità fra cicli scolastici sia fra regioni. La prevalenza appare più alta nella scuola secondaria di 1° grado (5,9%), leggermente inferiore quella nella scuola secondaria di secondo grado (5,3%), mentre risulta più contenuta nella scuola primaria (3,1%). Per il 2018/2019 si osserva un tasso di prevalenza per il Nord-Ovest pari a 7,3%, per il Nord-Est pari a 5,7%, pari a 5,9% per il Centro, infine, per il Mezzogiorno d'Italia risulta pari a 2,5%. L'analisi dell'ultimo anno disponibile e del trend degli ultimi 9 anni suggeriscono che una stima plausibile sia più vicina al 10% (-3-4 studenti ogni 2 classi), che al 5% (uno studente per classe), inoltre evidenziano che esiste ancora un'ampia sottostima, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, ancora difficile da quantificare. Sono oggetto di discussione le cause dell'aumento di prevalenza e delle eterogeneità riscontrate.