Abstract: Con la parola "attivamente cittadini" o "cittadinanza attiva" si intende la partecipazione responsabile delle persone alla vita politica (con la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri come cittadini) ed anche di contribuire al bene comune; non essendo facilmente trasmissibile tale concetto alle nuove generazioni, secondo le due autrici, è importante che nell'ambito della scuola occorre valorizzare l'impegno di tutti nel raggiungere un dato obiettivo: quello cioè del b ...; [Read more...]
Con la parola "attivamente cittadini" o "cittadinanza attiva" si intende la partecipazione responsabile delle persone alla vita politica (con la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri come cittadini) ed anche di contribuire al bene comune; non essendo facilmente trasmissibile tale concetto alle nuove generazioni, secondo le due autrici, è importante che nell'ambito della scuola occorre valorizzare l'impegno di tutti nel raggiungere un dato obiettivo: quello cioè del benessere dell'intera collettività, facendo leva sui principi base del vivere civile. Il compito della scuola è proprio quello di saper condurre i propri allievi (bambini e ragazzi) sulla strada di diritto e della solidarietà, e promuovendo la creazione di una rete di relazioni efficace con gli altri. È compito degli insegnanti promuovere un apprendimento che risulti essere anche una lezione di partecipazione attiva alla vita sociale; quindi, occorre accompagnare tutti i propri studenti a progettare la propria esistenza, affinché possono realizzare nella vita ciò a cui aspirano, rispettando gli altri e le leggi. A tale scopo gli insegnanti devono rendere agevole lo sviluppo di un pensiero critico e creativo negli alunni insieme ad una partecipazione basata su diversi compiti e la loro suddivisione e sul continuo scambio tra competenze diverse.
Abstract: L'autrice (psicologa e psicoterapeuta) affronta in questo articolo il problema (sempre più dilagante) della ludopatia. La prima differenza che emerge è che, certamente non si tratta di un gioco creativo, nel senso che non mette in moto le risorse cognitive ed emotive del bambino e dell'adolescente, per ottenere risultati soddisfacenti dovuti al proprio ingegno e sapere, ma obbliga a seguire percorsi già stabiliti da colui che ha ideato il gioco. La seconda differenza è che tale tipo di ...; [Read more...]
L'autrice (psicologa e psicoterapeuta) affronta in questo articolo il problema (sempre più dilagante) della ludopatia. La prima differenza che emerge è che, certamente non si tratta di un gioco creativo, nel senso che non mette in moto le risorse cognitive ed emotive del bambino e dell'adolescente, per ottenere risultati soddisfacenti dovuti al proprio ingegno e sapere, ma obbliga a seguire percorsi già stabiliti da colui che ha ideato il gioco. La seconda differenza è che tale tipo di esperienza non si svolge in un lasso di spazio-tempo; ciò perché la ludopatia costruisce dei non luoghi che invadono la mente del bambino o dell'adolescente, che li fa ritrovare in una dimensione diversa rispetto a quella del mondo sensibile in cui esistono solo lui e il videogioco. Di conseguenza, si avranno dei risultati patologici: appiattimento delle proprie emozioni, dipendenza, angoscia, frustrazione in caso di perdita, desiderio impulsivo di rivincita, aggressività, allontanamento dalle relazioni. Nei casi più gravi è importante l'intervento di specialisti (psicologo, psicoterapeuta, neuropsichiatra) che, oltre a prendere l'incarico del problema, devono riuscire a coinvolgere anche le famiglie, la scuola e i servizi sociali formulando, nello stesso tempo, un progetto di prevenzione per questo tipo di patologia.
Abstract: L'autrice parte dal concetto che non si può non comunicare, cioè qualsiasi comportamento, in una situazione di interazione tra persone, rappresenta una forma di comunicazione. Ogni comunicazione, poi, ha due aspetti: contenuto e relazione. Il primo trasmette i dati della comunicazione; il secondo definisce il modo in cui si deve assumere la comunicazione e quindi il suo effettivo significato per l'altro. Ogni comunicazione trasmette informazioni e implica un impegno tra i soggetti comu ...; [Read more...]
L'autrice parte dal concetto che non si può non comunicare, cioè qualsiasi comportamento, in una situazione di interazione tra persone, rappresenta una forma di comunicazione. Ogni comunicazione, poi, ha due aspetti: contenuto e relazione. Il primo trasmette i dati della comunicazione; il secondo definisce il modo in cui si deve assumere la comunicazione e quindi il suo effettivo significato per l'altro. Ogni comunicazione trasmette informazioni e implica un impegno tra i soggetti comunicanti definendo la natura della loro relazione, come ad es. nell'ambiente scolastico tra insegnante e alunni e viceversa. Potrebbe essere più semplice comunicare in una situazione di disparità di potere, come quella che esiste tra insegnante ed alunni, ed è proprio questa disparità (che può risultare utile all'insegnante per applicare ordine e disciplina) che, a volte, si rivela come la spada di Damocle nella relazione con gli studenti, creando distanza in quanto focalizza su quello che manca anziché sulle risorse esistenti. Quindi per creare un ambiente favorevole all'apprendimento è fondamentale che l'insegnante crei un clima favorevole per instaurare una relazione-comunicazione con i propri alunni, accogliendo le loro diverse capacità. La cosa più importante da considerare e da tenere sempre presente per l'insegnante è che nel suo lavoro ha a che fare con persone, individui cioè con una propria singolarità; l'insegnante con la sua capacità di entrare in relazione può suscitare il desiderio e l'amore per la conoscenza nei suoi allievi e favorire loro la curiosità verso la scoperta del nuovo, del non conosciuto, di affrontare nuove esperienze ed anche difficoltà.
Abstract: Questo dossier comprende 3 articoli che riguarda il tema delle abilità relazionali. Il 1° di Angelica Moè "Tenere aperto il dialogo": Sentire ciò che l'altro prova e pensare a come aiutarlo senza giudicarlo permette di usare la comunicazione più efficace per stare nel dialogo. Un ascolto empatico consente di percepire come si sente l'altro. non giudicarlo per i risultati ma fargli capire che gli si vuole bene. Il 2° è di Sandra Giordano "Empatia e relazioni": L'empatia nella relazione ...; [Read more...]
Questo dossier comprende 3 articoli che riguarda il tema delle abilità relazionali. Il 1° di Angelica Moè "Tenere aperto il dialogo": Sentire ciò che l'altro prova e pensare a come aiutarlo senza giudicarlo permette di usare la comunicazione più efficace per stare nel dialogo. Un ascolto empatico consente di percepire come si sente l'altro. non giudicarlo per i risultati ma fargli capire che gli si vuole bene. Il 2° è di Sandra Giordano "Empatia e relazioni": L'empatia nella relazione educativa consente di trattare adeguatamente tutti gli alunni, soprattutto quelli in difficoltà. La partecipazione emotiva può portare soddisfazione e senso di efficacia personale, ma anche essere fonte di stress. Il 3° riguarda il contributo di Annella Bartolomeo "La relazione scuola-famiglia": Relazioni efficaci e produttive tra famiglie e scuola sono fondamentali per il benessere scolastico degli alunni; infatti, quando genitori e insegnanti collaborano in modo positivo, si riscontrano alla fine miglioramenti negli apprendimenti degli alunni.
Abstract: Sappiamo bene che le emozioni sono degli strumenti efficaci di risposta agli eventi della vita, e imparando a gestirle bene ed a esprimerle in modo funzionale possono diventare un supporto utile per comprendere sia se stessi e sia gli altri. C'è da dire, tuttavia, che man mano che si cresce si tende a perdere il contatto con le emozioni e si creano disfunzionalità a vari tipi di livelli (es. l'ansia). Le due autrici ritengono, perciò, da tale presupposto che una educazione basata sulla ...; [Read more...]
Sappiamo bene che le emozioni sono degli strumenti efficaci di risposta agli eventi della vita, e imparando a gestirle bene ed a esprimerle in modo funzionale possono diventare un supporto utile per comprendere sia se stessi e sia gli altri. C'è da dire, tuttavia, che man mano che si cresce si tende a perdere il contatto con le emozioni e si creano disfunzionalità a vari tipi di livelli (es. l'ansia). Le due autrici ritengono, perciò, da tale presupposto che una educazione basata sulla dimensione emozionale è molto importante soprattutto nell'ambito scolastico; tutto ciò per agevolare le varie relazioni tra i bambini, ed evitare fenomeni di prevaricazione (es. atti di bullismo), ma anche per acquisire importanti competenze per l'amministrazione di se stessi e la relazione con il mondo esterno. Le autrici propongono, anche, delle attività che aiutano a sensibilizzare gli allievi sul tema delle emozioni; inoltre, tali attività possono essere utili anche per gli stessi insegnanti, i quali riflettendo su se stessi e sul proprio modo di vivere le emozioni, possono essere facilitati a riconoscerle e a meglio gestirle.