Abstract: L'autore affronta in questo articolo il tema dell'inclusione educativa e scolastica, analizzando i fattori che l'hanno promossa ed agevolata e quelli negativi, partendo dal Protocollo d'intesa del 2008 firmato dalla ASL di Bologna con l'Università di Bologna, la Fondazione Gualandi e l'Azienda Ospedaliera di Bologna. Questo protocollo ha evidenziato le diverse esigenze di una persona con sordità e la necessità di affrontarle con l'aiuto di diversi professionisti, costruendo un percorso ...; [Read more...]
L'autore affronta in questo articolo il tema dell'inclusione educativa e scolastica, analizzando i fattori che l'hanno promossa ed agevolata e quelli negativi, partendo dal Protocollo d'intesa del 2008 firmato dalla ASL di Bologna con l'Università di Bologna, la Fondazione Gualandi e l'Azienda Ospedaliera di Bologna. Questo protocollo ha evidenziato le diverse esigenze di una persona con sordità e la necessità di affrontarle con l'aiuto di diversi professionisti, costruendo un percorso inter-aziendale sulla sordità con il coinvolgimento attivo sia dell'università e sia del privato sociale. In seguito la delibera Regionale n. 649/2011 ha consentito alle Asl ad attuare tutte quelle azioni che possono consentire lo screening neonatale; successivamente, nel 2015, su sollecitazione dalla stessa Fondazione Gualandi e da varie associazioni, è stato convocato il Gruppo regionale con l'obiettivo di fare il punto della situazione su tutta la Regione. L'efficacia del percorso per i sordi ha bisogno di una buona sinergia tra servizi ospedalieri che consentano la diagnosi precoce ed i servizi sanitari territoriali che devono garantire l'adeguata presa in carico. Dal 2008 in poi, considerando i dati del monitoraggio (ospedalieri e servizi territoriali) è stato dimostrato che lo screening copre ora la quasi totalità dei nuovi nati. Ciò dimostra che l'applicazione dello screening ha consentito il numero di diagnosi e trattamenti precoci (nella fascia 0-2 anni) come valore medio da 5 a 13. La diagnosi e la presa in carico precoci, secondo l'autore, nel caso della sordità modificano in modo significativo la qualità della vita della persona che ne soffre, riducendo nel contempo la quantità di prestazioni che il Servizio pubblico dovrà erogare nel tempo. Ci sono, quindi, diverse buone ragioni per favorire l'avvio di una ricerca che serve a monitorare nel tempo la qualità di vita dei bambini con sordità nei diversi contesti di vita: scuola, tempo libero, lavoro, unendo poi i dati di Bologna con quelli regionali e nazionali.