Abstract: Quando si perde un input sensoriale, si compensa utilizzando l'informazione trasmessa dagli altri sensi. Ma quando si perde una informazione sensoriale in specifici momenti dello sviluppo questo può comportare un deficit per tutti gli altri sensi. Gli autori hanno indagato sull'effetto della deprivazione uditiva nello sviluppo delle capacità tattili, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti a livello comportamentale e corticale. Ad alcune persone con sordità congenita e ad udenti è stat ...; [Read more...]
Quando si perde un input sensoriale, si compensa utilizzando l'informazione trasmessa dagli altri sensi. Ma quando si perde una informazione sensoriale in specifici momenti dello sviluppo questo può comportare un deficit per tutti gli altri sensi. Gli autori hanno indagato sull'effetto della deprivazione uditiva nello sviluppo delle capacità tattili, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti a livello comportamentale e corticale. Ad alcune persone con sordità congenita e ad udenti è stato chiesto di svolgere due compiti tattili: il primo richiedeva la discriminazione della durata temporale nel toccare e il secondo la discriminazione della lunghezza spaziale. Rispetto alle persone udenti, le persone sorde hanno mostrato carenze tattili del processo temporale. Per esplorare il substrato neurale di questa differenza si è proceduto alla valutazione con TMS. Nelle persone sorde è stata coinvolta la corteccia associata all’udito nell’elaborazione tattile sia temporale che spaziale, con la stessa cronometria della corteccia somatosensoriale primaria. Nei partecipanti udenti il coinvolgimento della corteccia associata all’udito si è verificato in una fase successiva e in modo selettivo per la discriminazione temporale. La diversa cronometria nel coinvolgimento della corteccia uditiva in soggetti sordi era correlata con un valore minore tattile temporale. Pertanto, l’esperienza uditiva precoce sembra essere fondamentale per sviluppare il funzionamento adeguato dell’area temporale con specifiche modalità, suggerendo che la plasticità non debba necessariamente produrre un comportamento compensatorio.
Abstract: La possibilità da parte di una persona afasica di esprimere le proprie volontà mediante atto testamentario è stata oggetto di discussione sin dall'Ottocento. L'afasia può determinare diversi gradi di compromissione di singole o multiple funzioni linguistiche a seconda dell'eziologia della lesione cerebrale, della sede e della estensione della stessa. Tale eterogeneità clinica ha prodotto in ambito giuridico innumerevoli pareri discordanti circa la capacità della persona afasica di redi ...; [Read more...]
La possibilità da parte di una persona afasica di esprimere le proprie volontà mediante atto testamentario è stata oggetto di discussione sin dall'Ottocento. L'afasia può determinare diversi gradi di compromissione di singole o multiple funzioni linguistiche a seconda dell'eziologia della lesione cerebrale, della sede e della estensione della stessa. Tale eterogeneità clinica ha prodotto in ambito giuridico innumerevoli pareri discordanti circa la capacità della persona afasica di redigere un atto testamentario. In questo lavoro, dopo un excursus storico della letteratura esistente sull'argomento, sono descritti due casi di pazienti afasici nei quali la capacità di disporre per testamento è stata oggetto di dibattito in ambito medico-legale. I due casi offrono lo spunto per ribadire la necessità di condurre valutazioni neuropsicologiche specialistiche ad hoc in persone con afasia in materia di capacità di disporre per testamento.