Abstract: A partire dal 1870, quando nel contesto degli studi neuropsicologici fu coniato il termine psicomotorio, ha iniziato a delinearsi un’area di conoscenze riferite all’integrazione corticale tra funzione motoria e funzioni rappresentative. Ad essa ben presto si è ispirata una tipologia di interventi riabilitativi che, forse in ragione della complessità del concetto di base, sono stati messi in atto in modo alquanto disomogeneo, qualche volta addirittura disordinato e approssimativo. Ciono ...; [Read more...]
A partire dal 1870, quando nel contesto degli studi neuropsicologici fu coniato il termine psicomotorio, ha iniziato a delinearsi un’area di conoscenze riferite all’integrazione corticale tra funzione motoria e funzioni rappresentative. Ad essa ben presto si è ispirata una tipologia di interventi riabilitativi che, forse in ragione della complessità del concetto di base, sono stati messi in atto in modo alquanto disomogeneo, qualche volta addirittura disordinato e approssimativo. Ciononostante la psicomotricità rappresenta oggi un approccio molto significativo e una risorsa di grande valore nel campo della disabilità, soprattutto per quanto riguarda l’età evolutiva. Sono quindi da considerare estremamente utili tutti i tentativi di sistematizzazione della materia e di codificazione delle esperienze in questo ambito specifico. Il presente numero della rivista si connota appunto in tal senso, poiché gli articoli contengono riflessioni basate sull’attività concreta degli Autori, ciascuno dei quali mette a disposizione la sua esperienza in un particolare settore della psicomotricità. I contenuti degli articoli spaziano dalle considerazioni sul ruolo professionale del terapista alla presentazione di differenti modelli di terapia psicomotoria (fondati sul gioco, sul rilassamento, sull’espressività), alla proposta di un iter valutativo propedeutico alla presa in carico. Altri aspetti relativi alla dimensione metodologica in psicomotricità vengono trattati nel successivo numero della rivista.
Abstract: A completamento del fascicolo precedente, anche il presente numero affronta temi relativi alla pratica psicomotoria di notevole interesse per i terapisti. Uno di questi è senza dubbio la metodologia osservativa, per la quale gli Autori presentano una griglia mirante a facilitare la comunicabilità dei dati tra i diversi operatori. Altri aspetti significativi trattati nel fascicolo sono quello della supervisione psicologica, una sorta di luogo virtuale in cui si distilla il versante psic ...; [Read more...]
A completamento del fascicolo precedente, anche il presente numero affronta temi relativi alla pratica psicomotoria di notevole interesse per i terapisti. Uno di questi è senza dubbio la metodologia osservativa, per la quale gli Autori presentano una griglia mirante a facilitare la comunicabilità dei dati tra i diversi operatori. Altri aspetti significativi trattati nel fascicolo sono quello della supervisione psicologica, una sorta di luogo virtuale in cui si distilla il versante psicoterapico della psicomotricità; quello del rapporto esistente tra gesto-movimento e affettività, rapporto suscettibile di essere utilizzato come codice di comunicazione all’interno della relazione terapeutica; quello delle intersezioni tra area neuropsicologica e area psicomotoria, dove si situano funzioni esecutive di fondamentale importanza per lo sviluppo. Collaterale a questo tema è quello delle turbe disgrafiche, che rappresentano tanto un’entità classica della neuropsicologia clinica quanto un’alterazione psicomotoria selettiva, suscettibile di trattamenti “di confine” come l’approccio grafomotorio descritto in uno degli articoli. Altri Autori espongono in questo fascicolo riflessioni di natura metodologica relative ai parametri da tenere in considerazione nel setting di trattamento psicomotorio. Nell’insieme, i due numeri dedicati alla psicomotricità offrono un panorama ampio e documentato della materia, da cui gli operatori possono attingere utili spunti pratici e teorici per migliorare la propria professionalità.