Abstract: La cognizione è un aspetto critico della psicopatologia. Lo scopo di questa revisione è valutare e discutere le prove su marcatori biologici e neuropsicologici della disfunzione cognitiva nella depressione unipolare e bipolare per migliorare la diagnosi differenziale e sviluppare piani di trattamento farmacologico personalizzato. Viene passato in rassegna il diverso utilizzo dei marcatori biologici e neuropsicologici e viene esaminato criticamente il loro utilizzo a supporto del proces ...; [Read more...]
La cognizione è un aspetto critico della psicopatologia. Lo scopo di questa revisione è valutare e discutere le prove su marcatori biologici e neuropsicologici della disfunzione cognitiva nella depressione unipolare e bipolare per migliorare la diagnosi differenziale e sviluppare piani di trattamento farmacologico personalizzato. Viene passato in rassegna il diverso utilizzo dei marcatori biologici e neuropsicologici e viene esaminato criticamente il loro utilizzo a supporto del processo clinico e della diagnosi differenziale. Mentre i marcatori biologici possono aiutare a ridurre il rischio di diagnosi errate, i marcatori neuropsicologici possono essere valutati più prontamente e con una metodologia meno invasiva. A tal fine, dovrebbero essere condotte ulteriori ricerche sulle soglie che differenziano la disfunzione cognitiva nella depressione unipolare e bipolare su specifici strumenti psicometrici proposti in questa recensione. Ancora più importante, gli sforzi futuri dovrebbero essere diretti alla convalida di entrambi i tipi di marcatori specifici per queste due popolazioni. Infine, questa recensione contribuisce nella ricerca concentrandosi sulla necessità clinica di una diagnosi differenziale precisa che, se inserita in un quadro traslazionale, dovrebbe combinare un'integrazione di ricerca e pratica clinica consentendo una migliore comprensione della salute mentale e per l'evidenza clinica basata sulla pratica.
Abstract: In ambito educativo, gli studi sull'intelligenza emotiva sono fondamentali per l'importanza che questo costrutto riveste per gli insegnanti di sostegno alla disabilità, chiamati a confrontarsi con dinamiche affettive e relazionali per le quali l'intelligenza emotiva, l'empatia e la capacità di regolare le proprie emozioni giocano un ruolo ruolo cruciale. Sulla base di ricerche precedenti, l'obiettivo di questo studio è stato quello di esaminare se alcune variabili come l'età e l'origin ...; [Read more...]
In ambito educativo, gli studi sull'intelligenza emotiva sono fondamentali per l'importanza che questo costrutto riveste per gli insegnanti di sostegno alla disabilità, chiamati a confrontarsi con dinamiche affettive e relazionali per le quali l'intelligenza emotiva, l'empatia e la capacità di regolare le proprie emozioni giocano un ruolo ruolo cruciale. Sulla base di ricerche precedenti, l'obiettivo di questo studio è stato quello di esaminare se alcune variabili come l'età e l'origine - ovvero aver trascorso la maggior parte della propria vita in grandi città o piccoli paesi - abbiano un ruolo nell'aumentare l'intelligenza emotiva, considerando il ruolo di mediazione di precedenti esperienze didattiche e di autoefficacia nella regolazione delle emozioni positive, negative ed empatiche. I dati sono stati raccolti da 301 futuri insegnanti di sostegno alla disabilità. Gli strumenti utilizzati sono stati i seguenti: I) il test di intelligenza emotiva di autovalutazione; II) la scala dell'autoefficacia percepita nella gestione delle emozioni negative, positive ed empatiche. Sono stati inoltre presi in considerazione dati socio-demografici quali età, provenienza, titoli di studio ed esperienze di insegnamento pregresse. I risultati mostrano che l'età e l'origine erano legate all'intelligenza emotiva; tuttavia, questa relazione è stata mediata da una percezione di autoefficacia nella regolazione delle emozioni e, anche, da esperienze pregresse di insegnamento a scuola. I risultati discussi sono in relazione alla necessità di realizzare percorsi formativi che migliorino gli insegnanti, non solo in termini di capacità didattiche e didattiche in generale, ma anche in termini di capacità affettive/relazionali.
Abstract: Gli standards dell’attività di sostegno alla disabilità nella scuola e i processi formativi necessari per incrementarli sono oggetto di un ampio dibattito sia sul piano professionale che della formazione. La distinzione tra insegnanti specializzati per il sostegno e insegnanti curriculari (che pure, in base alla normativa vigente, devono occuparsi dei disabili) andrebbe fondata su studi scientifici di tipo psicologico e pedagogico, e il presente articolo intende dare contributo al rigu ...; [Read more...]
Gli standards dell’attività di sostegno alla disabilità nella scuola e i processi formativi necessari per incrementarli sono oggetto di un ampio dibattito sia sul piano professionale che della formazione. La distinzione tra insegnanti specializzati per il sostegno e insegnanti curriculari (che pure, in base alla normativa vigente, devono occuparsi dei disabili) andrebbe fondata su studi scientifici di tipo psicologico e pedagogico, e il presente articolo intende dare contributo al riguardo, sul tema della struttura dei valori che sostengono la formazione ad una professione. I valori sono considerati come concetti o credenze su scopi dell’esistenza desiderabili, ordinati secondo una importanza relativa, che trascendono situazioni specifiche e guidano la selezione e la valutazione di comportamenti ed eventi. La ricerca è stata realizzata attraverso la somministrazione del Portrait Values Questionnaire.