Abstract: L’autore descrive un disturbo della vista noto con il nome scientifico di miodesopsie ma comunemente riconosciuto con appellativi quali "corpi mobili", "opacità vitreali" o addirittura con la entomologa definizione di "mosche volanti". Tale disfunzione è localizzata nel corpo vitreo, una zona gelatinosa dell'occhio situata tra la retina ed il cristallino. Nel suo stato di grazia il vitreo si presenta come una struttura trasparente. Nelle persone affette da miodesopsie, esso tende a per ...; [Read more...]
L’autore descrive un disturbo della vista noto con il nome scientifico di miodesopsie ma comunemente riconosciuto con appellativi quali "corpi mobili", "opacità vitreali" o addirittura con la entomologa definizione di "mosche volanti". Tale disfunzione è localizzata nel corpo vitreo, una zona gelatinosa dell'occhio situata tra la retina ed il cristallino. Nel suo stato di grazia il vitreo si presenta come una struttura trasparente. Nelle persone affette da miodesopsie, esso tende a perdere la sua consistenza con un improvvisa comparsa di detriti proteici sovente dall'aspetto filamentoso, che offuscano il campo visivo. Quando ciò accade, la visione risulta come filtrata attraverso una superficie vetrata sporca, e la speranza che tutto questo possa soggiacere ad una sorta di defilé regressivo, risulta quanto mai vana, giacché l'apparizione di tale macchie daranno il via ad una triste rinascita in negativo, che ci accompagnerà per tutta la vita. Certamente di miodesopsie non si muore, e non sono il passaporto per la cecità, tuttavia la qualità della vita ne risulta pesantemente compromessa. C'è qualcosa di rabbioso nella triste condizione dell'ammalato di miodesopsie, che gli deriva dal percorrere una strada fatta di solitudine e di incomprensione,visto che a tutt’oggi la medicina ufficiale nega lui lo status di sofferente, ma gli concede, più prosaicamente, di essere solo un altro semplice caso colpito da un fastidio a cui non bisogna dar troppo peso.