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Abstract: Sono stati condotti molti studi per adattare la terapia cognitivo-comportamentale alle persone con disabilità intellettiva e problemi emotivi, ma poco è stato fatto per le terapie psicologiche alternative. Gli autori si sono interessati all'adattamento del manuale di intervento comportamentale per questa popolazione coinvolgendo terapeuti che hanno lavorato per sei mesi con 33 adulti con disabilità intellettiva e sintomi depressivi. I dati ottenuti confrontando il pre e il post interve ...; [Read more...] Sono stati condotti molti studi per adattare la terapia cognitivo-comportamentale alle persone con disabilità intellettiva e problemi emotivi, ma poco è stato fatto per le terapie psicologiche alternative. Gli autori si sono interessati all'adattamento del manuale di intervento comportamentale per questa popolazione coinvolgendo terapeuti che hanno lavorato per sei mesi con 33 adulti con disabilità intellettiva e sintomi depressivi. I dati ottenuti confrontando il pre e il post intervento confermano la validità della tecnica di attivazione cognitiva nei casi di depressione in adulti con deficit intellettivo, anche se gli autori avvisano la mancanza di strumenti di valutazione più adeguati.

Abstract: Viene discussa una scala di valutazione per stabilire le competenze comunicative all'interno di situazioni di giochi di ruolo tra 22 adulti aggressivi e 22 adulti non aggressivi che presentano un ritardo mentale da leggero a medio. I partecipanti aggressivi hanno dimostrato un "pregiudizio" ostile riferito alle intenzioni delle altre persone espresse in situazioni interpersonali ambigue. Non si rivelano differenze tra i due gruppi in situazioni chiaramente provocatorie. Di più, le comp ...; [Read more...] Viene discussa una scala di valutazione per stabilire le competenze comunicative all'interno di situazioni di giochi di ruolo tra 22 adulti aggressivi e 22 adulti non aggressivi che presentano un ritardo mentale da leggero a medio. I partecipanti aggressivi hanno dimostrato un "pregiudizio" ostile riferito alle intenzioni delle altre persone espresse in situazioni interpersonali ambigue. Non si rivelano differenze tra i due gruppi in situazioni chiaramente provocatorie. Di più, le competenze comunicative dei partecipanti aggressivi sono nettamente superiori a quelle del gruppo dei non aggressivi: questo sottolinea l'importanza accordata ai problemi di comprensione interpersonali come fattori esplicativi dei comportamenti aggressivi di persone con ritardo mentale.

Abstract: Spesso si suppone che l'aggressività, in una certa percentuale di soggetti con disabilità intellettive, sia dovuta a deficit socio-cognitivi. Nel presente articolo viene presentata una relazione circa due studi nei quali sono confrontate le abilità di riconoscimento emotivo e di assunzione della prospettiva altrui in 43 soggetti frequentemente aggressivi e 46 soggetti appaiati non aggressivi. I risultati suggeriscono che i deficit nel riconoscimento delle emozioni e nell'assunzione del ...; [Read more...] Spesso si suppone che l'aggressività, in una certa percentuale di soggetti con disabilità intellettive, sia dovuta a deficit socio-cognitivi. Nel presente articolo viene presentata una relazione circa due studi nei quali sono confrontate le abilità di riconoscimento emotivo e di assunzione della prospettiva altrui in 43 soggetti frequentemente aggressivi e 46 soggetti appaiati non aggressivi. I risultati suggeriscono che i deficit nel riconoscimento delle emozioni e nell'assunzione della prospettiva non possono essere ipotizzati come fattori causali o fattori di mantenimento dell'aggressività frequente. Questo risultato presenta implicazioni per l'assessment e il trattamento.

Abstract: Una ricerca condotta su due studi sul comportamento aggressivo. Nel primo è stato proposto un questionario a un gruppo di soggetti con comportamento aggressivo e ad uno di controllo per individuare le differenze sulle abilità di risposta alle situazioni di stress. Interessanti le indicazioni emerse sul ruolo dell'ambiante di provenienza. Nel secondo studio è stato intervistata una parte del gruppo per rilevare la rilevanza dell'esperienza sulla percezione di Sé e degli altri.

Abstract: Nella presente ricerca è stato analizzato se i soggetti aggressivi siano caratterizzati da un bias di attribuzioni di intento ostile se confrontati a coetanei non aggressivi. Sono stati confrontati 43 individui soggetti frequentemente aggressivi affetti da disabilità da lievi a moderate con 46 soggetti di controllo non aggressivi, su un compito di attribuzione. I risultati indicano che le differenze nell'attribuzione della minaccia contro se stessi svolgono un ruolo nell’aggressività ...; [Read more...] Nella presente ricerca è stato analizzato se i soggetti aggressivi siano caratterizzati da un bias di attribuzioni di intento ostile se confrontati a coetanei non aggressivi. Sono stati confrontati 43 individui soggetti frequentemente aggressivi affetti da disabilità da lievi a moderate con 46 soggetti di controllo non aggressivi, su un compito di attribuzione. I risultati indicano che le differenze nell'attribuzione della minaccia contro se stessi svolgono un ruolo nell’aggressività frequente. Queste differenze sembrano essere dovute, in parte, ad un bios positivo dei soggetti non aggressivi verso le che si riferiscono a se sessi. Clinicamente, i risultati evidenziano l'importanza di valutare e considerare le percezioni individuali dei soggetti aggressivi.

Abstract: È necessario fornire un'efficace gestione del peso agli adulti con disabilità intellettive per affrontare gli alti tassi di obesità. Lo scopo di questa valutazione del processo era di esplorare la fattibilità di condurre una sperimentazione clinica su vasta scala del programma di gestione del peso TAKE 5. Si è approntato uno studio controllato randomizzato cluster di 12 mesi. Gli adulti con disabilità intellettive e obesità sono stati randomizzati a TAKE 5, che includeva una dieta ipoc ...; [Read more...] È necessario fornire un'efficace gestione del peso agli adulti con disabilità intellettive per affrontare gli alti tassi di obesità. Lo scopo di questa valutazione del processo era di esplorare la fattibilità di condurre una sperimentazione clinica su vasta scala del programma di gestione del peso TAKE 5. Si è approntato uno studio controllato randomizzato cluster di 12 mesi. Gli adulti con disabilità intellettive e obesità sono stati randomizzati a TAKE 5, che includeva una dieta ipocalorica o la Waist Winners Too, basata su principi di educazione sanitaria. È stata condotta una valutazione del processo a metodi misti incentrata sulla portata, il reclutamento, la fedeltà, l'implementazione, la dose (erogata / ricevuta) e il contesto. Lo studio ha reclutato con successo adulti con disabilità intellettive. Entrambi i programmi di gestione del peso sono stati consegnati con alta fedeltà e implementati come previsto. Un solo programma di gestione del peso, TAKE 5, ha dimostrato una potenziale efficacia nel ridurre il peso corporeo e la composizione corporea. L'efficacia è stata in gran parte attribuita alla dieta ipocalorica e al supporto sociale da parte degli assistenti. La valutazione del processo ha dimostrato che è possibile effettuare una sperimentazione su vasta scala di un programma a multicomponenti che includa una dieta ipocalorica e un approccio condiviso della gestione del peso per gli adulti con disabilità intellettive e obesità.

Abstract: Sappiamo poco di come le persone con deficit intellettivo che esibiscono comportamenti aggressivi percepiscono il proprio ambiente sociale. Gli autori presentano uno studio ad indirizzo socio-cognitivo per individuare i fattori che possono spingere un soggetto a rispondere in determinati modi a situazioni conflittuali. Sono stati messi a confronto 20 soggetti aggressivi con altrettanti non aggressivi, sempre con deficit cognitivo medio, valutandoli con il Social Goals and Strategies fo ...; [Read more...] Sappiamo poco di come le persone con deficit intellettivo che esibiscono comportamenti aggressivi percepiscono il proprio ambiente sociale. Gli autori presentano uno studio ad indirizzo socio-cognitivo per individuare i fattori che possono spingere un soggetto a rispondere in determinati modi a situazioni conflittuali. Sono stati messi a confronto 20 soggetti aggressivi con altrettanti non aggressivi, sempre con deficit cognitivo medio, valutandoli con il Social Goals and Strategies for Conflict (SGASC). In questo modo sono state individuate le differenze nelle strategie in relazione a dati anagrafici e caratteristiche emotive. È emerso che i due gruppi presentavano obiettivi sociali diversi e che l'aggressività esibita è spesso una risposta per esigere sottomissione.