Abstract/Sommario: La disprassia evolutiva nella Classificazione Internazionale ICD-10 (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1992) viene inclusa all’interno del disturbo evolutivo specifico della funzione motoria (Specific Developmental Disorder of Motor Function/SDDMF). La peculiarità di questa patologia si traduce concretamente in un bambino che «non sa fare», nonostante sia dotato di un livello intellettivo e cognitivo nella norma. Lo scopo di questo contributo è quello di riconoscere il ruolo della ...; [Leggi tutto...]
La disprassia evolutiva nella Classificazione Internazionale ICD-10 (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1992) viene inclusa all’interno del disturbo evolutivo specifico della funzione motoria (Specific Developmental Disorder of Motor Function/SDDMF). La peculiarità di questa patologia si traduce concretamente in un bambino che «non sa fare», nonostante sia dotato di un livello intellettivo e cognitivo nella norma. Lo scopo di questo contributo è quello di riconoscere il ruolo della logopedia nella disprassia evolutiva, assegnandole un significato più ampio del mero aspetto tecnico di abilitazione o riabilitazione del linguaggio, inteso come la produzione di un codice appreso attraverso esercizi specifici. In tal senso le autrici illustreranno una revisione bibliografica degli aspetti clinico - funzionali della patologia, facendo riferimento alle più recenti ricerche in neuroscienze e agli elementi psicologici, cognitivi e comportamentali che influenzano lo sviluppo del linguaggio e che devono essere considerati nel percorso terapeutico. Presenteranno inoltre l’intervento logopedico in ambito interdisciplinare, con particolare attenzione all’approccio ecosistemico
Abstract/Sommario: Lo screening psicolinguistico (SPL) è un’indagine di massa rivolta ai bambini di cinque anni che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, la cui finalità è identificare eventuali disturbi afferenti alla sfera psicolinguistica, considerando l’alta percentuale di bambini affetti da disturbo del linguaggio e difficoltà di apprendimento. In particolare permette di individuare quei bambini che, pur parlando, presentano ancora una produzione linguistica imprecisa. Lo screening c ...; [Leggi tutto...]
Lo screening psicolinguistico (SPL) è un’indagine di massa rivolta ai bambini di cinque anni che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, la cui finalità è identificare eventuali disturbi afferenti alla sfera psicolinguistica, considerando l’alta percentuale di bambini affetti da disturbo del linguaggio e difficoltà di apprendimento. In particolare permette di individuare quei bambini che, pur parlando, presentano ancora una produzione linguistica imprecisa. Lo screening comprende una serie di prove standardizzate a carattere cognitivo - linguistico finalizzate ad analizzare le sottocomponenti del linguaggio e gli antecedenti all’apprendimento del linguaggio scritto. Tale indagine consente l’attuazione di un piano di intervento riabilitativo che garantisca il recupero delle competenze linguistiche prima dell’ingresso nella scuola primaria e la prevenzione delle difficoltà di apprendimento in età scolare.
Abstract/Sommario: Nelle Linee guida per l’autismo emanate dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2005), le strategie di intervento raccomandate per il soggetto autistico vengono raggruppate in due grandi categorie: gli approcci comportamentali e gli approcci evolutivi. I primi si basano sull’analisi del comportamento e dei fattori che ne determinano il cambiamento al fine di modificare il comportamento stesso; i secondi sono centrati sulla dimensione emozionale e re ...; [Leggi tutto...]
Nelle Linee guida per l’autismo emanate dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2005), le strategie di intervento raccomandate per il soggetto autistico vengono raggruppate in due grandi categorie: gli approcci comportamentali e gli approcci evolutivi. I primi si basano sull’analisi del comportamento e dei fattori che ne determinano il cambiamento al fine di modificare il comportamento stesso; i secondi sono centrati sulla dimensione emozionale e relazionale in cui si realizza l’agire del bambino per favorire la sua libera espressione, la sua iniziativa, la sua partecipazione. L’articolo riporta sinteticamente gli interventi comportamentali basati sull’analisi del comportamento applicata (Applied Behaviour Analysis/ABA), il metodo TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children), che, pur utilizzando tecniche comportamentali di rinforzo, non è di tipo strettamente comportamentale, e i metodi appartenenti alla categoria degli approcci evolutivi: il metodo TED (Therapie d’Echange et Developpement), il Denver Model e alcune terapie integrative.