Abstract/Sommario: Da tempo si parla della mindfulness, un tipo di meditazione (tecnica) che viene applicata nella cura di numerosi disturbi fisici e mentali e quindi in vari ambiti clinici; inoltre, non va sottovalutato il suo effetto positivo nell'aumentare il benessere dell'uomo, anche in assenza di determinate patologie. Una recente ricerca condotta in Italia (Udine) ha mostrato la sua efficacia per soggetti sani, nel modificarne alcuni aspetti caratteriali, come l'autodirettività (capacità di adatta ...; [Leggi tutto...]
Da tempo si parla della mindfulness, un tipo di meditazione (tecnica) che viene applicata nella cura di numerosi disturbi fisici e mentali e quindi in vari ambiti clinici; inoltre, non va sottovalutato il suo effetto positivo nell'aumentare il benessere dell'uomo, anche in assenza di determinate patologie. Una recente ricerca condotta in Italia (Udine) ha mostrato la sua efficacia per soggetti sani, nel modificarne alcuni aspetti caratteriali, come l'autodirettività (capacità di adattamento e di autocontrollo), la cooperatività (disponibilità e l'accettazione verso gli altri), la trascendenza di sé (capacità di godere della presenza degli elementi naturali). Ciò implica il dirigersi verso il miglioramento di percepire il proprio IO insieme alla capacità di migliorare la qualità della propria vita. Infatti, secondo alcuni autori, la meditazione mindfulness è in grado di migliorare, presso le persone normali, l'aumento del benessere percepito e la consapevolezza dei propri meccanismi cognitivi ed emotivi disfunzionali; ciò si ha perché l'uomo ha la possibilità di ridurre le sue preoccupazioni, lo stress quotidiano esercitando tale pratica, avendo una maggiore autoconsapevolezza. Questa tecnica è utilizzata con successo, perciò, anche negli ambiti clinici, laddove vi sia l'esigenza di aiutare i pazienti a riprendere il controllo sul proprio comportamento e sulle proprie emozioni, come per esempio nell'ambito delle dipendenze patologiche, dei disturbi alimentari, del dolore cronico e del disturbo da stress post-traumatico.
Abstract/Sommario: I modelli basati sui concetti di competenza e di soft skills (competenze varie di una persona) hanno consentito alle organizzazioni di attuare un profondo cambiamento, cioè quello di passare dalla cultura (nell'ambito del lavoro) del "cosa si deve fare" alla cultura del "cosa si può fare". In tale contesto la componente motivazionale e gli elementi legati all'intelligenza emotiva hanno assunto un ruolo sempre più importante; questa consapevolezza, grazie alle nuove ricerche in questo c ...; [Leggi tutto...]
I modelli basati sui concetti di competenza e di soft skills (competenze varie di una persona) hanno consentito alle organizzazioni di attuare un profondo cambiamento, cioè quello di passare dalla cultura (nell'ambito del lavoro) del "cosa si deve fare" alla cultura del "cosa si può fare". In tale contesto la componente motivazionale e gli elementi legati all'intelligenza emotiva hanno assunto un ruolo sempre più importante; questa consapevolezza, grazie alle nuove ricerche in questo campo (sempre più numerose), a sostegno di questo orientamento, ha creato nel tempo una inversione di tendenza. Oggi si è, finalmente, compresa l'importanza della competenza emotiva nel lavoro; di conseguenza, sviluppare tale capacità nelle persone rappresenta una importante strategia all'interno delle organizzazioni. Risulta, perciò, fondamentale valorizzare tali competenze nelle organizzazioni, ponendo una attenzione particolare ai processi di selezione del personale e identificando i talenti; perciò, il metodo dell'analisi emotivo-comportamentale trova in alcuni di questi processi una sua applicazione valida.