Abstract/Sommario: La conoscenza delle caratteristiche dello sviluppo del sistema nervoso del bambino, e quindi dei suoi comportamenti e reazioni emotive, consente agli adulti di comprendere meglio le reazioni infantili e di mettere in atto delle risposte atte a favorire lo sviluppo affettivo migliore, tenendo presente che l'ambiente modifica le strutture nervose da cui dipende la vita emotiva del bambino e, successivamente quella dell'adulto. Gli studi di psicologia oggi permettono di tracciare un ident ...; [Leggi tutto...]
La conoscenza delle caratteristiche dello sviluppo del sistema nervoso del bambino, e quindi dei suoi comportamenti e reazioni emotive, consente agli adulti di comprendere meglio le reazioni infantili e di mettere in atto delle risposte atte a favorire lo sviluppo affettivo migliore, tenendo presente che l'ambiente modifica le strutture nervose da cui dipende la vita emotiva del bambino e, successivamente quella dell'adulto. Gli studi di psicologia oggi permettono di tracciare un identikit della psiche del bambino diversa rispetto al passato; le differenze non riguardano solo le funzioni cognitive, ma soprattutto quelle emotive, più intense rispetto a quelle di un adulto perché condizionate da un cervello immaturo. Secondo l'autore, per comprendere la vita emotiva del bambino, occorre capire le caratteristiche delle emozioni e dei sentimenti dell'adulto, strettamente dipendenti dal ruolo che ricopre la corteccia prefrontale del cervello, responsabile quest'ultima delle funzioni esecutive, decisioni che sono al centro di ogni comportamento dell'uomo. La corteccia prefrontale, oltre ad essere la sede di funzioni superiori (linguaggio, memoria di lavoro, ragionamento), controlla anche gli impulsi, permette di prendere tempo, analizzare la situazione, riflettere e calmarsi. Se la capacità di controllare la emozioni è scarsa significa che tale corteccia è poco attiva (ansia, collera, violenza). In particolare, una parte della corteccia prefrontale, cioè la corteccia orbitofrontale, è quella che è al centro delle reazioni emotive, perché connessa al sistema limbico, sede della vita emotiva; questa parte del cervello ha un ruolo primario nella vita affettiva, nell'empatia, nella regolazione delle emozioni e, di conseguenza, nelle relazioni con gli altri.
Abstract/Sommario: Recenti studi hanno messo in evidenza che i disturbi dell'alimentazione rientrano tra le psicopatologie dell'adolescenza. Ciò significa che l'adolescente cerca di tenere "bambino" il proprio corpo e di evitare tutte quelle modificazioni tipiche della sua età; è, dunque, il conflitto generato dalla curiosità di sperimentare il nuovo ma fermata dalla paura dell'ignoto e dalla perdita delle sue sicurezze raggiunte. La comunicazione in questi casi non è semplice, le relazioni con gli altri ...; [Leggi tutto...]
Recenti studi hanno messo in evidenza che i disturbi dell'alimentazione rientrano tra le psicopatologie dell'adolescenza. Ciò significa che l'adolescente cerca di tenere "bambino" il proprio corpo e di evitare tutte quelle modificazioni tipiche della sua età; è, dunque, il conflitto generato dalla curiosità di sperimentare il nuovo ma fermata dalla paura dell'ignoto e dalla perdita delle sue sicurezze raggiunte. La comunicazione in questi casi non è semplice, le relazioni con gli altri sono distorte ed ogni tentativo di aiuto da parte degli adulti è vissuto come attentato all'equilibrio da loro raggiunto. A tal proposito, è stata avviata una ricerca "Progetto Argo" (Terapia assistita con gli animali - TAA), realizzata per alcuni pazienti con disturbi della nutrizione, con l'obiettivo di migliorare il processo di autonomia-separazione, la regolazione degli affetti e la sintomatologia depressiva-ossessiva. Si è notato come la presenza dell'animale (cane) e la relazione che ne conseguiva, mettevano le pazienti in una particolare dimensione emozionale; man mano che loro aiutavano i cani, si rendevano conto di poter essere di aiuto agli altri. I risultati sono stati: aumento dell'autostima, migliore gestione delle emozioni che ha favorito la consapevolezza e la conoscenza dei propri disagi personali e il successivo miglioramento nelle relazioni interpersonali. In conclusione, l'animale può essere un valido attivatore emozionale e motivazionale, e quindi la Pet Therapy può essere un valido strumento in grado di aiutare non solo i pazienti, ma anche i professionisti che lavorano con problematiche varie (psicologiche, psichiatriche, riabilitative).