Abstract/Sommario: I problemi del comportamento sono frequenti in quanti presentano disabilità intellettiva, soprattutto nelle forme più gravi e riuscire ad individuare la funzione di un comportamento è determinante per mettere a punto interventi mirati. Gli autori hanno preso in considerazione la relazione tra livello di deficit intellettivo e profilo funzionale dell'aggressività, della stereotipia e dell'autolesionismo. Allo scopo è stato somministrato il Questions about Behavioural Function (QABF) in ...; [Leggi tutto...]
I problemi del comportamento sono frequenti in quanti presentano disabilità intellettiva, soprattutto nelle forme più gravi e riuscire ad individuare la funzione di un comportamento è determinante per mettere a punto interventi mirati. Gli autori hanno preso in considerazione la relazione tra livello di deficit intellettivo e profilo funzionale dell'aggressività, della stereotipia e dell'autolesionismo. Allo scopo è stato somministrato il Questions about Behavioural Function (QABF) in due momenti diversi a due membri dello staff di 115 adulti con deficit intellettivo in trattamento abilitativo. Sono emerse differenze significative tra livello intellettivo e funzioni del comportamento. Sebbene l'autolesionismo sembri avere un ruolo di evitamento di situazioni sociali ed ottenimento di beni tangibili sempre più correlato alla gravità del deficit, l'aggressività e la stereotipia sembrano svolgere ruoli diversi indipendentemente dal livello intellettivo posseduto.
Abstract/Sommario: L'aggressività esibita da persone con deficit intellettivo determina spesso effetti negativi sia nello staff che nei fruitori dei servizi, ma sconosciamo ancora poco sull'impatto che il comportamento problematico determina sul personale implicato nei servizi. In particolare gli autori hanno incentrato la propria ricerca su quanto incida il genere di un adulto aggressivo con deficit intellettivo sugli aspetti emotivi dello staff. Per questo è stata messa a punto una nuova scala in grado ...; [Leggi tutto...]
L'aggressività esibita da persone con deficit intellettivo determina spesso effetti negativi sia nello staff che nei fruitori dei servizi, ma sconosciamo ancora poco sull'impatto che il comportamento problematico determina sul personale implicato nei servizi. In particolare gli autori hanno incentrato la propria ricerca su quanto incida il genere di un adulto aggressivo con deficit intellettivo sugli aspetti emotivi dello staff. Per questo è stata messa a punto una nuova scala in grado di mettere a confronto il genere di utente e professionista in relazione all'intensità del comportamento aggressivo. Utilizzando vignette che riproducevano aggressioni verso caregivers, è stato possibile rilevare le reazioni di 160 membri di staff. Le donne sono risultate più timorose, ansiose, tendenti alla depressione e meno empatiche dei maschi. Quelli con più anni di esperienza professionale sono stati i più favorevoli a ricercare strategie per attivare comportamenti di sicurezza, ma più i maschi, anche se l'atteggiamento empatico sembrava non aver effetti sul comportamento aggressivo. L'intervento punito è risultato rivolto più ai maschi e veniva avvallato dai dipendenti meno anziani o con livelli depressivi più elevati. In conclusione sia il genere dello staff che quello degli utenti influenza le risposte verso gli episodi aggressivi e questa informazione va tenuta presente nella gestione dei servizi, sebbene si tratti di un aspetto non determinante.
Abstract/Sommario: Le psicoterapie efficaci in generale sono oggi oggetto di adattamento per adeguarle alle caratteristiche della popolazione con deficit intellettivo e poterle utilizzare. Gli autori hanno condotto uno studio sistematico nella bibliografia disponibile tra il 1980 e il 2010 per individuare gli interventi efficaci condotti nel trattamento dell'aggressività. In basse ai criteri posti è stato possibile realizzare una matrice utile per quanti vogliono conoscere le peculiarità di ciascun inter ...; [Leggi tutto...]
Le psicoterapie efficaci in generale sono oggi oggetto di adattamento per adeguarle alle caratteristiche della popolazione con deficit intellettivo e poterle utilizzare. Gli autori hanno condotto uno studio sistematico nella bibliografia disponibile tra il 1980 e il 2010 per individuare gli interventi efficaci condotti nel trattamento dell'aggressività. In basse ai criteri posti è stato possibile realizzare una matrice utile per quanti vogliono conoscere le peculiarità di ciascun intervento preso in esame. Gli autori hanno avuto difficoltà nell'accettare molti studi a causa di carenze nell'impostazione empirica.
Abstract/Sommario: Ansia e aggressività sono spesso compresenti nelle persone che hanno un deficit intellettivo e comprendere i meccanismi della loro associazione può contribuire ad effettuare la diagnosi e a gestire queste problematiche. Gli autori hanno condotto una indagine bibliografica nel materiale pubblicato tra il 2000 e il 2012 individuando sette studi relativi alla correlazione tra ansia e aggressività nella disabilità intellettiva. Non sono emerse informazioni utili sulla natura di questa rela ...; [Leggi tutto...]
Ansia e aggressività sono spesso compresenti nelle persone che hanno un deficit intellettivo e comprendere i meccanismi della loro associazione può contribuire ad effettuare la diagnosi e a gestire queste problematiche. Gli autori hanno condotto una indagine bibliografica nel materiale pubblicato tra il 2000 e il 2012 individuando sette studi relativi alla correlazione tra ansia e aggressività nella disabilità intellettiva. Non sono emerse informazioni utili sulla natura di questa relazione, ma solo una significatività moderata. Si evidenzia la necessità di incrementare la ricerca in questo campo.
Abstract/Sommario: Gli scatti d'ira sono elementi che caratterizzano il fenotipo della sindrome di Prader-Willi assieme alle stereotipie, al pizzicare la pelle, al disturbo del sonno e al cambiamento repentino d'umore. Gli autori hanno voluto indagare a fondo su questo aspetto prendendo in considerazione antecedenti, conseguenze, interventi, aspetti comportamentali ed emotivi associati. Per questo sono stati intervistati sugli scatti d'ira esibiti i caregivers di sette bambini ed altrettanti adulti con q ...; [Leggi tutto...]
Gli scatti d'ira sono elementi che caratterizzano il fenotipo della sindrome di Prader-Willi assieme alle stereotipie, al pizzicare la pelle, al disturbo del sonno e al cambiamento repentino d'umore. Gli autori hanno voluto indagare a fondo su questo aspetto prendendo in considerazione antecedenti, conseguenze, interventi, aspetti comportamentali ed emotivi associati. Per questo sono stati intervistati sugli scatti d'ira esibiti i caregivers di sette bambini ed altrettanti adulti con questa sindrome. L'elaborazione dei dati raccolti con questionario semi strutturato ha permesso di individuare come antecedente più frequente il cambiamento della routine o di una aspettativa. La sequenza dei comportamenti esibiti è risultata abbastanza simile ed in linea con quella esibita da persone con sviluppo nella norma. Considerare i processi emotivi e cognitivi diventa determinante per attivare interventi precoci.
Abstract/Sommario: Poche ricerche si sono interessate agli atteggiamenti dello staff con interventi formativi specifici, per quanto l'atteggiamento dello staff verso il comportamento aggressivo esibito da persone con deficit intellettivo sia un potenziale fattore in grado di incidere positivamente a livello culturale. Si ritiene che l'approccio positivo possa modificare la percezione stigmatizzata su questi soggetti e gli autori hanno approntato un corso di mezza giornata denominato Who's chellenging Who ...; [Leggi tutto...]
Poche ricerche si sono interessate agli atteggiamenti dello staff con interventi formativi specifici, per quanto l'atteggiamento dello staff verso il comportamento aggressivo esibito da persone con deficit intellettivo sia un potenziale fattore in grado di incidere positivamente a livello culturale. Si ritiene che l'approccio positivo possa modificare la percezione stigmatizzata su questi soggetti e gli autori hanno approntato un corso di mezza giornata denominato Who's chellenging Who (WCW), rivolto a quanti erano a contatto con persone con quelle caratteristiche. Hanno partecipato alla formazione 76 membri di staff provenienti da differenti organizzazioni e sono stati intervistati sui loro atteggiamenti verso il comportamento aggressivo sia prima del corso che alla fine. I risultati sono stati più che soddisfacenti e gli autori invitano ad ampliare la ricerca per individuare percorsi formativi sempre più mirati ed efficaci.