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Abstract/Sommario: Attualmente si avvalorano due ipotesi su come si possa sviluppare un deficit uditivo: quella convenzionale si riferisce dalla perdita della percezione dei suoni legata a problemi del sistema nervoso centrale; l'altra chiama in causa il sistema cerebrale periferico che influenza i fattori cognitivi e può avere effetti anche su altre capacità percettive. Una alternativa a queste due ipotesi potrebbe essere una causa principalmente cognitiva che interessa i processi del linguaggio, dell'a ...; [Leggi tutto...] Attualmente si avvalorano due ipotesi su come si possa sviluppare un deficit uditivo: quella convenzionale si riferisce dalla perdita della percezione dei suoni legata a problemi del sistema nervoso centrale; l'altra chiama in causa il sistema cerebrale periferico che influenza i fattori cognitivi e può avere effetti anche su altre capacità percettive. Una alternativa a queste due ipotesi potrebbe essere una causa principalmente cognitiva che interessa i processi del linguaggio, dell'attenzione, della memoria e di altre funzioni percettive. Gli autori nel presupporre l'esistenza di una sindrome neuroevolutiva NDS, presentano l'esito di una indagine condotta nei servizi di audiologia pediatrica per individuare l'incidenza di casi che presentino disturbi uditivi associati a quelli neuroevolutivi.

Abstract/Sommario: Lo screening neonatale dell'udito viene utilizzato sempre di più e le ricerche indicano che ha dato la possibilità a molti bambini di modificare l'esito delle problematiche a vantaggio sia della famiglia che della comunità. L'autrice analizza come la diagnosi precoce e la riabilitazione di un danno uditivo permanente bilaterale possano portare vantaggi al bambino ed incidere positivamente su tutti gli aspetti interessati dal danno.

Abstract/Sommario: Gli autori hanno preso in esame lo sviluppo e la plasticità del sistema uditivo centrale in bambini con deficit uditivo e operati con impianto cocleare. Prendono in considerazione anche la validità di strumenti diagnostici come gli evocati uditivi per rilevare i cambiamenti corticali nei bambini pluriminorati impiantati. I dati raccolti nei bambini esaminati hanno permesso di stabilire che la valutazione dei potenziali uditivi permette di cogliere la maturazione del sistema uditivo cen ...; [Leggi tutto...] Gli autori hanno preso in esame lo sviluppo e la plasticità del sistema uditivo centrale in bambini con deficit uditivo e operati con impianto cocleare. Prendono in considerazione anche la validità di strumenti diagnostici come gli evocati uditivi per rilevare i cambiamenti corticali nei bambini pluriminorati impiantati. I dati raccolti nei bambini esaminati hanno permesso di stabilire che la valutazione dei potenziali uditivi permette di cogliere la maturazione del sistema uditivo centrale nelle persone con associazione CHARGE e in chi è diagnosticato con sindrome di Pallister-Killian. La compresenza di disabilità plurime con il deficit uditivo crea difficoltà nel valutare le condizioni pre e post intervento, ma il ricorso sistematico a test relativi a PI e CAEP aiuta a determinare la validità delle strategie utilizzare per intervenire sulla disabilità uditiva.l

Abstract/Sommario: Attraverso un questionario inviato nel 2011 a tutti gli ospedali infanti italiani, gli autori hanno voluto conoscere la situazione del processo di implementazione del protocollo internazionale di valutazione uditiva UNHPs - Universal Newborn Hearing Screening Programmes. I dati dicono che il protocollo è utilizzato in 411 strutture (81,3%) con 413.212 neonati valutati (78,3%). In gran parte viene utilizzato da infermieri e l'implementazione è aumentata di circa 18 punti percentuali in ...; [Leggi tutto...] Attraverso un questionario inviato nel 2011 a tutti gli ospedali infanti italiani, gli autori hanno voluto conoscere la situazione del processo di implementazione del protocollo internazionale di valutazione uditiva UNHPs - Universal Newborn Hearing Screening Programmes. I dati dicono che il protocollo è utilizzato in 411 strutture (81,3%) con 413.212 neonati valutati (78,3%). In gran parte viene utilizzato da infermieri e l'implementazione è aumentata di circa 18 punti percentuali in tre anni. Gli autori concludono che la stretta collaborazione tra centri di audiologia ha prodotto il risultato positivo in linea con i dettami delle organizzazioni internazionali, resta critica la formazione dei pediatri, dei ginecologi e dei medici in generale.

Abstract/Sommario: Gli autori presentano alcune considerazioni sul lavoro sperimentale condotto recentemente sull'acquisizione del linguaggio. Da prima vengono descritti i metodi comunemente utilizzati nella ricerca infantile per poi passare a considerare il ritmo linguistico e gli aspetti che ne possono interessare l'apprendimento nel primo anno di vita. Tra i primi elementi del linguaggio viene considerato il ritmo relativo alla formulazione di consonanti e parole e all'alternarsi del ritmo riguardo al ...; [Leggi tutto...] Gli autori presentano alcune considerazioni sul lavoro sperimentale condotto recentemente sull'acquisizione del linguaggio. Da prima vengono descritti i metodi comunemente utilizzati nella ricerca infantile per poi passare a considerare il ritmo linguistico e gli aspetti che ne possono interessare l'apprendimento nel primo anno di vita. Tra i primi elementi del linguaggio viene considerato il ritmo relativo alla formulazione di consonanti e parole e all'alternarsi del ritmo riguardo alla sintassi e al livello della frase. Dal momento che il ritmo linguistico è uno dei primi elementi che il bambino coglie e riproduce in relazione al linguaggio, la ricerca può essere utile per aiutare a diagnosticare i disturbi dell'udito a e programmare specifici percorsi riabilitativi.

Abstract/Sommario: La percezione dei suoni riveste un ruolo fondamentale nel sistema uditivo e la sua mancanza determina la perdita dell'udito. Sappiamo che la normale funzione uditiva come il disturbo uditivo non Mendeliano (dovuto all'età o alla perdita uditiva) sono strettamente collegati sia ad aspetti genetici che a fattori ambientali. Gli autori hanno esaminato 4401 casi di persone italiane o dell'Asia centrale prendendo in considerazione lo stile di vita e i fattori ambientali. I dati ottenuti han ...; [Leggi tutto...] La percezione dei suoni riveste un ruolo fondamentale nel sistema uditivo e la sua mancanza determina la perdita dell'udito. Sappiamo che la normale funzione uditiva come il disturbo uditivo non Mendeliano (dovuto all'età o alla perdita uditiva) sono strettamente collegati sia ad aspetti genetici che a fattori ambientali. Gli autori hanno esaminato 4401 casi di persone italiane o dell'Asia centrale prendendo in considerazione lo stile di vita e i fattori ambientali. I dati ottenuti hanno permesso di rilevare per la prima volta che solo il caffè ha relazioni positive con buone condizioni di udito in 4 degli 11 stati considerati. Nessuna relazione è emersa invece con alcol, fumo, cioccolata, the, vino o birra. Una spiegazione potrebbe essere fornita dalle proprietà antiossidanti del caffè che sono maggiori di quelle possedute dal vino rosso o dalle foglie del the. Questi aspetti necessitano di ulteriori indagini e, se confermati, potrebbero offrire utili indicazioni per la prevenzione della perdita uditiva.

Abstract/Sommario: La diagnosi effettuata con anestesia generale spesso presenta problemi per la mancanza di collaborazione e per il fatto che il soggetto sta dormendo profondamente. Questo presenta non poche difficoltà se si devono valutare le risposte uditive a livello cerebrale o utilizzare il test degli evocati uditivi. Avvalendosi di piccole dosi di melatonina (ormone che induce naturalmente il sonno) si potrebbe agevolare la somministrazione di questi test. Gli autori hanno condotto uno studio in t ...; [Leggi tutto...] La diagnosi effettuata con anestesia generale spesso presenta problemi per la mancanza di collaborazione e per il fatto che il soggetto sta dormendo profondamente. Questo presenta non poche difficoltà se si devono valutare le risposte uditive a livello cerebrale o utilizzare il test degli evocati uditivi. Avvalendosi di piccole dosi di melatonina (ormone che induce naturalmente il sonno) si potrebbe agevolare la somministrazione di questi test. Gli autori hanno condotto uno studio in tal senso confrontando i dati ottenuti con quelli di un gruppo di controllo. Sono stati esaminati 127 bambini sotto i tre anni con sospetto deficit uditivo. A 99 bambini segnalati dai genitori con disturbo del sonno sono stati somministrati 3-6 mg di melatonina in relazione al peso. I dati ottenuti indicano che la bassa dose di melatonina è sufficiente per somministrare i test uditivi con successo senza ricorrere all'anestesia totale.

Abstract/Sommario: Gli autori presentano una panoramica eziologica ed epidemiologica delle sindromi associate al disturbo uditivo. La perdita dell'udito è una condizione clinica molto comune che interessa 1 persona su 10 e le indagini epidemiologiche indicano che questa percentuale sale all'1,3% se prendiamo in considerazione la popolazione tra i 30 e 50 anni di età, fino ad arrivare al 7,4% in chi ha 70 anni. Nell'infanzia e nell'adolescenza questa percentuale si attesta attorno al 3%, mentre alla nasci ...; [Leggi tutto...] Gli autori presentano una panoramica eziologica ed epidemiologica delle sindromi associate al disturbo uditivo. La perdita dell'udito è una condizione clinica molto comune che interessa 1 persona su 10 e le indagini epidemiologiche indicano che questa percentuale sale all'1,3% se prendiamo in considerazione la popolazione tra i 30 e 50 anni di età, fino ad arrivare al 7,4% in chi ha 70 anni. Nell'infanzia e nell'adolescenza questa percentuale si attesta attorno al 3%, mentre alla nascita sono circa due su 1000 i casi di bambini che necessitano di riabilitazione uditiva o impianto cocleare. In sintesi, circa il 30% della popolazione mondiale è interessata da disturbi uditivi e 70 milioni di persone sono sorde. Le cause della sordità sono varie e differiscono per gravità e fisiopatologia, alcune non permettono di definire l'eziologia. Sebbene molte siano di natura genetica, non se ne conoscono le cause per il 40% dei casi e per il 30% di quelle non sindromiche. I geni maggiormente coinvolti nei disturbi uditivi sono i GjB2 e SLC26A4. La mutazione di questi geni causa sordità di tipo sindromico e non. I geni in oggetto sono anche associati a dismorfismi che si presentano in età precoce. Le cause di malformazione possono anche derivare da difetti cromosomici o mutazioni genetiche legate all'uso di alcol e droghe. Nell'elenco della London Dysmorphology Database sono presenti circa 400 sindromi associate a deficit uditivo. Anche la fibrosi cistica può colpire il sistema uditivo quando coinvolge l'apparato interno od esterno o la corteccia cerebrale. Gli autori hanno posto particolare attenzione alle forme sindromiche note per l'associazione al deficit uditivo o per essere causa secondaria di questo disturbo.

Abstract/Sommario: L'articolo riassume i principali e più recenti sistemi valutativi che, avvalendosi della tecnologia, permettono di valutare l'udito nei neonati a livello universale. In particolare si valutano: il ruolo delle risposte uditive cerebrali automatiche; il ruolo potenziale delle risposte ASSR come alternative alle prime; la valutazione della distorsione prodotta a livello delle emissioni otoacustiche e le limitazioni poste dal protocollo clinico nei casi di soglia uditiva sotto i 35dB HL. D ...; [Leggi tutto...] L'articolo riassume i principali e più recenti sistemi valutativi che, avvalendosi della tecnologia, permettono di valutare l'udito nei neonati a livello universale. In particolare si valutano: il ruolo delle risposte uditive cerebrali automatiche; il ruolo potenziale delle risposte ASSR come alternative alle prime; la valutazione della distorsione prodotta a livello delle emissioni otoacustiche e le limitazioni poste dal protocollo clinico nei casi di soglia uditiva sotto i 35dB HL. Da ultimo si valuta la possibilità di riunire i vari protocolli valutativi in un unico strumento portatile da utilizzare come parte del programma di valutazione uditiva.