Abstract/Sommario: L'articolo affronta il complesso tema della fragilità nelle persone anziane, cosa significhi per loro essere fragili e che consapevolezza essi hanno della propria condizione. Attualmente, la fragilità è intesa come una situazione caratterizzata da instabilità e rischio per la perdita di una o più delle funzioni ed è riconducibile alla condizione che precede la non autosufficienza. Nell'ultimo ventennio il tema della fragilità negli anziani ha ottenuto un notevole interesse, anche se tu ...; [Leggi tutto...]
L'articolo affronta il complesso tema della fragilità nelle persone anziane, cosa significhi per loro essere fragili e che consapevolezza essi hanno della propria condizione. Attualmente, la fragilità è intesa come una situazione caratterizzata da instabilità e rischio per la perdita di una o più delle funzioni ed è riconducibile alla condizione che precede la non autosufficienza. Nell'ultimo ventennio il tema della fragilità negli anziani ha ottenuto un notevole interesse, anche se tuttavia in Italia l'attuale sistema di "long term care" si concentra per lo più sulla non autosufficienza e la fragilità non è considerata e vista come l'insieme di bisogni che devono tradurre politiche e servizi per gli anziani. Secondo l'autrice esiste ancora un welfare di attesa in cui l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari esercita la propria azione solo quando c'è la necessità, ossia nel momento del bisogno in risposta ai singoli problemi anziché durante il passaggio verso la non autosufficienza, considerando la condizione della persona anziana con comprensione e sostegno in tutta la sua complessità. Considerando le diverse esperienze di utilizzo dei servizi a favore delle persone anziane sono state notate delle criticità e ciò indica che nella progettazione assistenziale occorre considerare l'invecchiamento come un continuum e di conseguenza organizzare degli interventi adatti che sappiano accompagnare la persona nel declino delle proprie condizioni; ciò è possibile favorendo la creazione di una serie di servizi più grande con soluzioni flessibili che si possono adattare alle condizioni delle persone.
Abstract/Sommario: L'articolo riguarda l'intervista fatta dall'autore alla professoressa Joan Tronto dell'Università del Minnesota e filosofa e promotrice del concetto di "etica della cura", definito dalla stessa come tutto ciò che noi facciamo per mantenere il nostro mondo in modo da poterci vivere nel modo migliore possibile. La nostra società, costruita secondo il modello economico capitalista, vede il mondo come un insieme di entità separate e indipendenti, secondo una visione che stabilisce le sue p ...; [Leggi tutto...]
L'articolo riguarda l'intervista fatta dall'autore alla professoressa Joan Tronto dell'Università del Minnesota e filosofa e promotrice del concetto di "etica della cura", definito dalla stessa come tutto ciò che noi facciamo per mantenere il nostro mondo in modo da poterci vivere nel modo migliore possibile. La nostra società, costruita secondo il modello economico capitalista, vede il mondo come un insieme di entità separate e indipendenti, secondo una visione che stabilisce le sue priorità in modo molto diverso rispetto alla priorità della cura. Cosa comporterebbe guardare chi ci circonda mettendo al centro la relazione? Essendo il nostro mondo orientato al successo, alla produzione con conseguente accumulo di ricchezza, tutto ciò, afferma la filosofa, presuppone che le priorità delle persone abili ed autonomi siano valide per tutte le altre persone; a livello generale dare priorità alla cura significa vedere il mondo come un ambiente dove esistono un insieme di relazioni sovrapposte e interconnesse, ma afferma che interagire non significa affatto relazionarsi. Prendersi cura è un lavoro particolare che richiede che le cose vengano fatte ma riguarda anche le relazioni che nascono da questo tipo di lavoro e dallo scopo di soddisfare i bisogni della collettività.
Abstract/Sommario: Il Focus è composto da: 1) "Niente su di noi senza di noi" di Anna Contardi (La partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale. Lo slogan "Niente su di noi senza di noi" è uno dei pilastri su cui si fonda il movimento internazionale per i diritti delle persone con disabilità). 2) "Esperienze di lavoro per persone con autismo" di Erika Coppelli (L'associazione "Il Tortellante" di Modena. L' attività laboratoriale ha consentito il coinvolgimento di volontari, che si sono a ...; [Leggi tutto...]
Il Focus è composto da: 1) "Niente su di noi senza di noi" di Anna Contardi (La partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale. Lo slogan "Niente su di noi senza di noi" è uno dei pilastri su cui si fonda il movimento internazionale per i diritti delle persone con disabilità). 2) "Esperienze di lavoro per persone con autismo" di Erika Coppelli (L'associazione "Il Tortellante" di Modena. L' attività laboratoriale ha consentito il coinvolgimento di volontari, che si sono avvicinati al mondo dell'autismo, abbattendo le distanze). 3) "Quanto decidiamo per loro?" di Ivana Ferrazzoli (Verso la co-progettazione e la co-produzione. I diritti non vanno solo riconosciuti, ma devono essere liberi di essere esercitati: è necessario re-immaginare le relazioni con le persone con disabilità, per aprirsi a linguaggi diversi, a punti di vista diversi, per accogliere esperienze di vita sconosciute).
Abstract/Sommario: Oltre alla povertà assoluta (in Italia, secondo gli ultimi dati del 2020, esistono oltre un milione di bambini che vive in questa condizione) esiste un fenomeno di stimoli e opportunità di crescita e tale condizione viene definita povertà educativa. Secondo l'organizzazione internazionale Save the Children la povertà educativa è una situazione estrema che non è vista e denunciata da qualcuno, ma che tuttavia esiste e agisce sulla capacità di ogni bambino o ragazzo di scoprirsi e coltiv ...; [Leggi tutto...]
Oltre alla povertà assoluta (in Italia, secondo gli ultimi dati del 2020, esistono oltre un milione di bambini che vive in questa condizione) esiste un fenomeno di stimoli e opportunità di crescita e tale condizione viene definita povertà educativa. Secondo l'organizzazione internazionale Save the Children la povertà educativa è una situazione estrema che non è vista e denunciata da qualcuno, ma che tuttavia esiste e agisce sulla capacità di ogni bambino o ragazzo di scoprirsi e coltivare il proprio talento, le proprie inclinazioni. Le conseguenze si trovano dopo nello stato di apprendimento dei ragazzi, infatti questa povertà educativa priva molti di questi ultimi della opportunità di crescita e di formazione. A causa delle loro difficoltà economiche questi soggetti non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei (stabili dal punto di vista economico) di apprendere e di sviluppare le loro capacità e i loro talenti. Considerando le varie forme che la povertà educativa può assumere come: la mancanza di spazi per questi soggetti per giocare e quindi, socializzare all'aperto, la carenza di attività sportive e culturali, la mancanza di accesso alla vita sociale del territorio, le difficoltà materiali ed economiche varie, l'autrice si pone la domanda se: "Può un intervento psicomotorio aiutare a mantenere il benessere di bambini e ragazzi? Il mondo dell'educazione e della formazione ha lo scopo (e il dovere) di lavorare in modo tale che ognuno può sviluppare al meglio le sue capacità poiché ciò ricadrà sulla vita dell'intera comunità in modo positivo. La pedagogia psicomotoria non è solo una pratica, ma offre un modello di pensiero sull'umano, sulla società, ponendo la riflessione al centro su corpo e gioco; tale proposta è caratterizzata da uno spazio e un tempo privilegiato, cioè un setting dove ognuno esercita la propria espressività ed è consapevole delle proprie emozioni. Quindi, ogni bambino se aiutato nella esplorazione del proprio gioco può sviluppare le sue competenze e raggiungere lo stato di benessere per se stesso ed anche con gli altri.
Abstract/Sommario: E' noto che il 5 gennaio 2011 l'Unione Europea ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; si tratta della prima volta che l'Unione come organizzazione internazionale ha aderito direttamente a un trattato che riguarda i diritti umani, mentre in passato riguardava solo la partecipazione dei singoli Stati membri alla operatività di questo tipo di strumento. Inoltre nell'ambito delle proprie competenze, per quanto concerne la materia di contrasto alle discri ...; [Leggi tutto...]
E' noto che il 5 gennaio 2011 l'Unione Europea ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; si tratta della prima volta che l'Unione come organizzazione internazionale ha aderito direttamente a un trattato che riguarda i diritti umani, mentre in passato riguardava solo la partecipazione dei singoli Stati membri alla operatività di questo tipo di strumento. Inoltre nell'ambito delle proprie competenze, per quanto concerne la materia di contrasto alle discriminazioni, la stessa Unione ha poi adottato, nel 2021, la "Strategia per i diritti delle persone con disabilità-Anni: 2021-2030"; questo documento rappresenta il riferimento che guida la stessa Unione e i singoli Stati membri nelle loro azioni. Per sostenere l'azione a livello sia nazionale e sia europeo esistono diversi obiettivi nelle aree di intervento che sono il prerequisito per la piena partecipazione delle persone disabili considerate su un piano di parità con le altre persone. Gli obiettivi riguardano: accessibilità agli ambienti fisici e virtuali, diritto alla libera circolazione, il diritto di soggiorno per motivi di lavoro e/o studio, la qualità di vita, la parità e la non discriminazione nell'accesso dei servizi. Al fine di promuovere il cambiamento sono state adottate delle misure da parte dell'Unione per accelerarlo e consentire il diritto alla vita indipendente (European Accessibility Resource Centre, punto unico di accesso alle informazioni sulla accessibilità; Carta europea della disabilità; Orientamento come migliorare la vita autonoma; Quadro per i servizi sociali di eccellenza destinati alle persone disabili; Piattaforma sulla disabilità comprendente le autorità nazionali preposte all'attuazione della Convenzione, le organizzazioni delle persone disabili e la Commissione per rafforzare la collaborazione a livello europeo).
Abstract/Sommario: Le tecnologie digitali sono oggigiorno tecnologie sociali che nella nostra vita, sia nel settore privato e sia in quello professionale, portano avanti la quantità notevole di esperienze, conversazioni attraverso proprio la mediazione di uno schermo. Chi svolge un lavoro sociale è inevitabile che si trovi immerso e afferma l'autore, la stessa pandemia del covid-19 ha contribuito ad abbattere le ultime resistenze a trasferire in via online le pratiche, che avevano resistito fino a quel m ...; [Leggi tutto...]
Le tecnologie digitali sono oggigiorno tecnologie sociali che nella nostra vita, sia nel settore privato e sia in quello professionale, portano avanti la quantità notevole di esperienze, conversazioni attraverso proprio la mediazione di uno schermo. Chi svolge un lavoro sociale è inevitabile che si trovi immerso e afferma l'autore, la stessa pandemia del covid-19 ha contribuito ad abbattere le ultime resistenze a trasferire in via online le pratiche, che avevano resistito fino a quel momento e che tutti pensavano che tali azioni dovessero avvenire "in presenza". Gli assistenti sociali sono stati obbligati, in questo frangente ad adattare il loro lavoro con una nuova modalità, quella a distanza con persone e famiglie, mancando l'incontro fisico, cioé quello del faccia a faccia. In alcuni casi essi hanno affrontato alcuni problemi riguardanti il rapporto fra preoccupazione per la salute mentale e tutela della salute pubblica dinanzi alla minaccia del contagio; da tutto ciò gli stessi assistenti ed operatori sociali si sono trovati in una posizione di riguardo dalla quale hanno potuto vedere gli aspetti critici e quelli potenziali delle relazioni digitali.