Abstract/Sommario: L’autrice e psicologa Marta Zerbinati parla dell’importanza di favorire la stimolazione sensoriale nelle persone con disabilità. Il termine Snoezelen deriva dai due verbi olandesi “snuffelen” (cercare ed esplorare) e “doezelen” (rilassarsi). Questo metodo viene utilizzato da metà degli anni Settanta per generare esperienze di benessere dalle sensazioni. L’Accompagantore Snoezelen esperto deve essere empatico e premuroso, avere una comprensione dei bisogni e degli interessi sensoriali d ...; [Leggi tutto...]
L’autrice e psicologa Marta Zerbinati parla dell’importanza di favorire la stimolazione sensoriale nelle persone con disabilità. Il termine Snoezelen deriva dai due verbi olandesi “snuffelen” (cercare ed esplorare) e “doezelen” (rilassarsi). Questo metodo viene utilizzato da metà degli anni Settanta per generare esperienze di benessere dalle sensazioni. L’Accompagantore Snoezelen esperto deve essere empatico e premuroso, avere una comprensione dei bisogni e degli interessi sensoriali della persona che accompagna e sapere come introdurre la stimolazione sensoriale per influenzare lo stato di attivazione della persona, prima di tutto per sperimentare piacere, benessere, divertimento e di conseguenza per migliorare l’attenzione, la motivazione e l’apprendimento.
Abstract/Sommario: L’avvocato Livia Passalacqua in questo articolo descrive la responsabilità penale del medico palliativista, distinguendo tra colposa e dolosa e soffermandosi su nesso causale, la legge Gelli-Bianco, le finalità della medicina palliativa nel giudizio di responsabilità penale, i criteri oggettivi di imputazione della responsabilità penale del medico palliativista. Nell’ambito delle cure palliative la tollerabilità del farmaco deve essere equilibrata con l’obiettivo primario, e maggiormen ...; [Leggi tutto...]
L’avvocato Livia Passalacqua in questo articolo descrive la responsabilità penale del medico palliativista, distinguendo tra colposa e dolosa e soffermandosi su nesso causale, la legge Gelli-Bianco, le finalità della medicina palliativa nel giudizio di responsabilità penale, i criteri oggettivi di imputazione della responsabilità penale del medico palliativista. Nell’ambito delle cure palliative la tollerabilità del farmaco deve essere equilibrata con l’obiettivo primario, e maggiormente rilevante proprio per la situazione del paziente, dell’effetto terapeutico desiderato, ovverosia l’eliminazione del sintomo che produce sofferenza.
Abstract/Sommario: Si può vivere di desideri nelle strutture assistenziali e non solo di bisogni? L’autore di questo articolo nota che bisognerebbe rilevare ogni giorno i desideri, proprio come si fa per i parametri clinici e sottolinea che più una struttura assomiglia a un ospedale e più si trattano i soli bisogni; al contrario, più una struttura è “altro” (comunità, casa del fine-vita, opera spirituale, famiglia allargata) e più è indotta a permettere l’esplicitazione dei desideri, che sono per propria ...; [Leggi tutto...]
Si può vivere di desideri nelle strutture assistenziali e non solo di bisogni? L’autore di questo articolo nota che bisognerebbe rilevare ogni giorno i desideri, proprio come si fa per i parametri clinici e sottolinea che più una struttura assomiglia a un ospedale e più si trattano i soli bisogni; al contrario, più una struttura è “altro” (comunità, casa del fine-vita, opera spirituale, famiglia allargata) e più è indotta a permettere l’esplicitazione dei desideri, che sono per propria natura spirituali. Il PAI di struttura dovrebbe infatti contenere un’area di governo dei desideri, area su cui lavorare. Parimenti l’anziano può esplicitare il grande desiderio di “morire a casa”, il che va colto, vagliato e realizzato, se possibile.
Abstract/Sommario: In questo articolo le due autrici prendono in esame la gentilezza a partire dalla definizione, ovvero “il coraggio di lasciarsi andare alle proprie emozioni per incontrare l’altro in uno spazio di dolcezza e tenerezza”. La gentilezza verso gli altri si coltiva a partire dalla gentilezza verso noi stessi. La gentilezza è dunque un’azione benevola e utile intenzionalmente diretta verso un’altra persona, che è motivata dal desiderio di aiutare un altro e non di ottenere una ricompensa esp ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo le due autrici prendono in esame la gentilezza a partire dalla definizione, ovvero “il coraggio di lasciarsi andare alle proprie emozioni per incontrare l’altro in uno spazio di dolcezza e tenerezza”. La gentilezza verso gli altri si coltiva a partire dalla gentilezza verso noi stessi. La gentilezza è dunque un’azione benevola e utile intenzionalmente diretta verso un’altra persona, che è motivata dal desiderio di aiutare un altro e non di ottenere una ricompensa esplicita o di evitare punizioni. Fino a quando nelle organizzazioni non aumenteranno la consapevolezza attorno alle parole che vengono usate per parlare della cura e dei residenti, non ci potranno essere scintille di gentilezza. La responsabilità organizzativa allora non è solo quella sui risultati e sui bilanci, ma sulla cultura interna.
Abstract/Sommario: Come possiamo incontrare l’anziano affetto da demenza in fase avanzata? Da questo quesito parte l’articolo, che si concentra sul rispondere ai desideri della persona con demenza in fase avanzata. Quali sono i desideri di chi non comunica più verbalmente? Sviluppando la capacità di fare con le mani, osservando e percependo l’altro mentre lo facciamo, usufruendo del tocco con competenza nelle professioni, si sceglie la via dell’incontro con chi non può più dire a parole cosa desidera, ma ...; [Leggi tutto...]
Come possiamo incontrare l’anziano affetto da demenza in fase avanzata? Da questo quesito parte l’articolo, che si concentra sul rispondere ai desideri della persona con demenza in fase avanzata. Quali sono i desideri di chi non comunica più verbalmente? Sviluppando la capacità di fare con le mani, osservando e percependo l’altro mentre lo facciamo, usufruendo del tocco con competenza nelle professioni, si sceglie la via dell’incontro con chi non può più dire a parole cosa desidera, ma il cui corpo parla ancora molto.
Abstract/Sommario: In questo articolo l’autore prende in esame il PAI (Piano Assistenziale Individuale): dall’analisi dei bisogni al riconoscimento della persona come protagonista della propria vita. La voce dell’anziano e le sue parole sono tenuti in poco conto; l’anziano smemorato e disorientato non è considerato adeguato per la raccolta di notizie proprio a causa deli suoi deficit. La conseguenza diretta di questa situazione problematica è che l’anziano tende a essere considerato l’oggetto delle cure ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo l’autore prende in esame il PAI (Piano Assistenziale Individuale): dall’analisi dei bisogni al riconoscimento della persona come protagonista della propria vita. La voce dell’anziano e le sue parole sono tenuti in poco conto; l’anziano smemorato e disorientato non è considerato adeguato per la raccolta di notizie proprio a causa deli suoi deficit. La conseguenza diretta di questa situazione problematica è che l’anziano tende a essere considerato l’oggetto delle cure piuttosto che il protagonista della propria vita. Se si riflette con maggiore attenzione ci si rende conto che nel formulare il piano d’assistenza ci si è basati sulle proprie conoscenze, sui propri valori, sulla propria competenza a decidere quello che va bene per l’anziano, che risulta essere quindi il grande assente invece che il protagonista. Il riconoscimento dell’altro come persona significa proprio proporre e accettare la contrattazione.
Abstract/Sommario: La Redazione della rivista CURA intervista Ermellina Zanetti, coordinatore dei servizi socio-assistenziali della Fondazione Brescia Solidale e Vicepresidente di Aprire Network. Zanetti parla del recupero del desiderio e del diritto di libertà e di autodeterminazione delle persone fragili. Tra le varie domande, le viene chiesto quali forme di contenzione esistono e a quali scopi vengono utilizzate all’interno delle strutture, qual è il desiderio delle persone (residenti, familiari e per ...; [Leggi tutto...]
La Redazione della rivista CURA intervista Ermellina Zanetti, coordinatore dei servizi socio-assistenziali della Fondazione Brescia Solidale e Vicepresidente di Aprire Network. Zanetti parla del recupero del desiderio e del diritto di libertà e di autodeterminazione delle persone fragili. Tra le varie domande, le viene chiesto quali forme di contenzione esistono e a quali scopi vengono utilizzate all’interno delle strutture, qual è il desiderio delle persone (residenti, familiari e personale) che più viene soffocato a causa del ricorso alle contenzioni, quanto le contenzioni rispondono realmente ai bisogni di sicurezza per i quali normalmente vengono utilizzate.
Abstract/Sommario: Nell’ultimo trentennio, nel vocabolario medico è diventato sempre più frequente l’utilizzo dell’espressione “qualità di vita” (QoL dall’inglese “Quality of Life”) per definire, in modo non sempre uniforme, una serie di aspetti che vanno al di là della tradizionale valutazione clinica e ‘oggettiva’ dell’intervento medico. In questo articolo l’infermiera, consulente e formatrice Angela Di Giaimo fa un excursus storico delle definizioni dagli anni S4essanta del XX secolo a oggi. Infine, r ...; [Leggi tutto...]
Nell’ultimo trentennio, nel vocabolario medico è diventato sempre più frequente l’utilizzo dell’espressione “qualità di vita” (QoL dall’inglese “Quality of Life”) per definire, in modo non sempre uniforme, una serie di aspetti che vanno al di là della tradizionale valutazione clinica e ‘oggettiva’ dell’intervento medico. In questo articolo l’infermiera, consulente e formatrice Angela Di Giaimo fa un excursus storico delle definizioni dagli anni S4essanta del XX secolo a oggi. Infine, riporta gli 11 ambiti della qualità della vita per le persone inserite in RSA definiti da Rosaline Kane: autonomia, individualità, dignità, privacy, divertimento, attività significative, relazioni, sicurezza, comfort, benessere spirituale, competenza funzionale e capacità funzionale.
Abstract/Sommario: L’autrice, psicologa clinica e tanatologa Elisa Mencacci prende in esame il parlare di desideri alla fine della vita e asserisce che questo non è, e non può essere, cosa da poco. Comprendere e rispettare i desideri alla fine della vita non è compito accessorio dei servizi per anziani, ma diventa prerequisito a cure di fine vita di qualità. È interessante vedere come le espressioni di profondo dolore degli anziani non sempre siano indicative di depressione clinica, ma piuttosto l’esito ...; [Leggi tutto...]
L’autrice, psicologa clinica e tanatologa Elisa Mencacci prende in esame il parlare di desideri alla fine della vita e asserisce che questo non è, e non può essere, cosa da poco. Comprendere e rispettare i desideri alla fine della vita non è compito accessorio dei servizi per anziani, ma diventa prerequisito a cure di fine vita di qualità. È interessante vedere come le espressioni di profondo dolore degli anziani non sempre siano indicative di depressione clinica, ma piuttosto l’esito di una profonda comprensione della realtà personale. Secondo l’autrice, l’assenza di significato esperita dagli anziani potrebbe essere compresa, e in parte affrontata, cercando di cambiare le loro relazioni e le condizioni sociali, piuttosto che offrire loro un’opportunità legale di morire.
Abstract/Sommario: Il dossier è formato da due articoli che riguardano i desideri degli anziani in RSA. L’autrice del primo articolo è Mariangela Babbei, Responsabile Marketing di ComfortCura, e analizza il Senior Housing come soluzione abitativa innovativa e su misura per le esigenze degli anziani. Gli anziani di oggi hanno desideri completamente diversi rispetto ai loro coetanei del ventennio precedente; sono coloro che hanno vissuto il ’68 e si sono battuti per la parità dei sessi, contestando i valor ...; [Leggi tutto...]
Il dossier è formato da due articoli che riguardano i desideri degli anziani in RSA. L’autrice del primo articolo è Mariangela Babbei, Responsabile Marketing di ComfortCura, e analizza il Senior Housing come soluzione abitativa innovativa e su misura per le esigenze degli anziani. Gli anziani di oggi hanno desideri completamente diversi rispetto ai loro coetanei del ventennio precedente; sono coloro che hanno vissuto il ’68 e si sono battuti per la parità dei sessi, contestando i valori tradizionali e le istituzioni con ideologie ormai superate; senza disdegnare la tecnologia, cercano di rimanere al passo con i tempi; amano la socializzazione e per tali ragioni occorre proporre loro soluzioni abitative che possano consentire di vivere la loro età secondo le loro aspirazioni e i loro desideri. Le autrici del secondo articolo, Angela Di Giaimo e Giulia Dapero, approfondiscono la tematica riguardante il livello di attenzione posto verso i desideri delle persone che fanno parte del sistema RSA e di come il loro soddisfacimento può influire positivamente sulla qualità della vita.