Abstract/Sommario: Parlare oggi di disabilità intellettive e del neurosviluppo sempre più significa confrontarsi con temi quali la partecipazione, autodeterminazione, autonomia, autorappresentanza, vita indipendente ed inclusione nella comunità, diritto alla vita adulta. Questo, non solo grazie all’evoluzione ed agli avanzamenti, in termini di costruzione di pensiero e cambiamento, ma anche di realizzazione di strumenti e pratiche, portati avanti dalle stesse persone con disabilità e dalle loro famiglie ...; [Leggi tutto...]
Parlare oggi di disabilità intellettive e del neurosviluppo sempre più significa confrontarsi con temi quali la partecipazione, autodeterminazione, autonomia, autorappresentanza, vita indipendente ed inclusione nella comunità, diritto alla vita adulta. Questo, non solo grazie all’evoluzione ed agli avanzamenti, in termini di costruzione di pensiero e cambiamento, ma anche di realizzazione di strumenti e pratiche, portati avanti dalle stesse persone con disabilità e dalle loro famiglie ed organizzazioni, e in piena coerenza con quelli che sono i documenti ed i paradigmi che oggi rappresentano, a livello nazionale ed internazionale, i principali riferimenti nell’evoluzione del pensiero in materia di disabilità. L'autrice richiama i tre documento di riferimento per la partecipazione attiva dell apersona con disabilità: l'ICF, la Convenzione ONU e il modello della Qualità della Vita.
Abstract/Sommario: La qualità della vita sociale delle persone con disabilità, le opportunità di interazione al di fuori della sfera famigliare, la partecipazione e inclusione nella vita delle comunità di appartenenza, sono una criticità tuttora irrisolta e che pone diversi interrogativi e che merita un’attenzione prioritaria - a livello culturale, di strategie e di pratiche - sino ad ora elusa. L’esclusione sociale attraverso diverse forme di marginalizzazione, se non di segregazione, è un fenomeno che ...; [Leggi tutto...]
La qualità della vita sociale delle persone con disabilità, le opportunità di interazione al di fuori della sfera famigliare, la partecipazione e inclusione nella vita delle comunità di appartenenza, sono una criticità tuttora irrisolta e che pone diversi interrogativi e che merita un’attenzione prioritaria - a livello culturale, di strategie e di pratiche - sino ad ora elusa. L’esclusione sociale attraverso diverse forme di marginalizzazione, se non di segregazione, è un fenomeno che storicamente ha caratterizzato la condizione della disabilità. Grazie alle interazioni e alle relazioni significative coltivate nelle varie fasi della propria esistenza, alle esperienze e ai legami che si creano e consolidano nel tempo, le persone acquisiscono consapevolezza e coscienza di sé, trovando risposte a quelle domande e ai temi fondamentali che caratterizzano la realizzazione del proprio progetto di vita: le relazioni, l’amicizia, l’affettività, la sessualità, l’amore; il lavoro e la valorizzazione delle proprie competenze; l’indipendenza e l’autonomia, uscire dalla casa dei genitori, vivere da soli o costruire nuove forme di convivenza; l’autostima, l’auto-realizzazione e l’auto-determinazione; la partecipazione sociale, il senso d’appartenenza, la percezione di poter ricoprire dei ruoli socialmente riconosciuti e di sentirsi inclusi in una o più comunità.
Abstract/Sommario: Parlare di “inclusione sociale” significa, sostanzialmente, porre la questione della disabilità nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Non bisogna negare il fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità o menomazioni che devono essere trattate in maniera adeguata, m ...; [Leggi tutto...]
Parlare di “inclusione sociale” significa, sostanzialmente, porre la questione della disabilità nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Non bisogna negare il fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità o menomazioni che devono essere trattate in maniera adeguata, ma si devono spostare l’analisi e l’intervento dalla persona al contesto per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione. Agire per la tutela dei diritti umani delle persone con disabilità significa considerare la disabilità non come una malattia (modello medico), ma come un rapporto sociale tra le caratteristiche delle persone e l’ambiente (modello bio-psico-sociale). Un modo di pensare sancito prima dall’OMS e poi dall’ONU nell’ art. 3 della Convenzione, dove tra i principi generali viene posta “la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società”.
Abstract/Sommario: L'autore si propone di aiutare il lettore a capire com’è mutata la concettualizzazione della della persona con disabilità intellettiva, indagando il conseguente cambiamento dei comportamenti, dei sostegni, garantiti a queste persone. Non intende quindi giudicare il recente passato della nostra civiltà, per nulla persuaso dall’idea che gli uomini e le donne di oggi siano “migliori” o “peggiori” o siano ontologicamente diversi da quelli di cento o duemila anni fa, ma, più semplicemente, ...; [Leggi tutto...]
L'autore si propone di aiutare il lettore a capire com’è mutata la concettualizzazione della della persona con disabilità intellettiva, indagando il conseguente cambiamento dei comportamenti, dei sostegni, garantiti a queste persone. Non intende quindi giudicare il recente passato della nostra civiltà, per nulla persuaso dall’idea che gli uomini e le donne di oggi siano “migliori” o “peggiori” o siano ontologicamente diversi da quelli di cento o duemila anni fa, ma, più semplicemente, proporsi come un’occasione affinché ciascuno di noi possa mettere in discussione la propria visione e chiedersi che tipo di sostegno, con quale “gentilezza”, desideriamo servire l’altro. È ormai universalmente riconosciuta la necessità, e più ancora l’urgenza, di garantire pure alle persone con autismo e disabilità intellettiva le medesime opportunità. di crescita, realizzazione personale, autodeterminazione e inclusione sociale, che vengono offerte anche alle persone a sviluppo tipico. Tutti noi sappiamo bene che realizzare il proprio progetto di vita è davvero difficile, spesso è un’impresa epica sia per le difficoltà da affrontare per conoscere e focalizzare bene quali siano le priorità e i valori che vogliamo perseguire, sia perché spesso non siamo certi di avere sufficienti abilità per riuscire a trovare uno spazio nel mondo così come lo desidereremmo. A questo si aggiunge l’esperienza frequente di un contesto umano, relazionale e sociale spesso ingeneroso e severo, talvolta addirittura ingiusto e ostile a offrire opportunità utili a una crescita e una realizzazione del sé. Adattarsi a un determinato contesto, sopravvivere all’ambiente e riuscire a viverci è sempre stata una delle sfide fondamentali nella storia della vita.
Abstract/Sommario: Le variazioni nella prospettiva di vita delle persone con disabilità, i conseguenti cambiamenti in ambito medico, politico e culturale hanno portato a considerare, nella presa in carico dell’individuo, l’intero ciclo di vita. È necessario, quindi, che i contesti in cui le persone con disabilità vivono e si sperimentano si facciano promotori dell’accesso ai ruoli tipici del vivere adulto. Gran parte dei più importanti passi in avanti rispetto ai diritti delle persone con disabilità si r ...; [Leggi tutto...]
Le variazioni nella prospettiva di vita delle persone con disabilità, i conseguenti cambiamenti in ambito medico, politico e culturale hanno portato a considerare, nella presa in carico dell’individuo, l’intero ciclo di vita. È necessario, quindi, che i contesti in cui le persone con disabilità vivono e si sperimentano si facciano promotori dell’accesso ai ruoli tipici del vivere adulto. Gran parte dei più importanti passi in avanti rispetto ai diritti delle persone con disabilità si ricollegano infatti al concetto di adultità, basti pensare al diritto alla Vita Indipendente e alla legge sul “Dopo di Noi”, ma anche alla legge per l’inserimento lavorativo e alla Convezione delle Nazioni Unite sui diritti per le persone con disabilità che rappresenta, ancora oggi, uno dei punti di partenza per lo sviluppo di servizi e progetti che pongano realmente al centro la persona in un’ottica bio-psico-sociale.
Abstract/Sommario: Intervenire sugli stili di relazione adottati dagli educatori nel rapporto con i soggetti a loro affidati durante i momenti di insegnamento o durante i comuni momenti di relazione interpersonale, diventa imprescindibile nel momento in cui ci si preoccupa di elevare la qualità dell’intervento educativo ed abilitativo. Risolto, almeno in parte, il problema del “che fare”, affrontato ormai da moltissimi testi in commercio corredati di validi e sperimentati programmi educativi che spaziano ...; [Leggi tutto...]
Intervenire sugli stili di relazione adottati dagli educatori nel rapporto con i soggetti a loro affidati durante i momenti di insegnamento o durante i comuni momenti di relazione interpersonale, diventa imprescindibile nel momento in cui ci si preoccupa di elevare la qualità dell’intervento educativo ed abilitativo. Risolto, almeno in parte, il problema del “che fare”, affrontato ormai da moltissimi testi in commercio corredati di validi e sperimentati programmi educativi che spaziano su tutte le possibili aree d’intervento, si pone urgentemente il problema del “come fare”, cioè di come devono essere gestiti e condotti dal personale educativo i suddetti programmi e di quali sono i modi più efficaci per insegnare. Tutti ormai sappiamo che un adeguato stile relazionale nel momento dell’insegnamento e in qualunque altro momento di rapporto é condizione indispensabile per garantire un’efficacia dei programmi di insegnamento che diversamente rischiano oltre che di essere pervasi da un eccesso di arido tecnicismo di risultare inefficaci.