Abstract/Sommario: Senza un sogno che abbraccia il bambino, ci dimentichiamo che la matematica serve a contare i fiori e le nuvole nel cielo, che l’italiano è la lingua della poesia e dell’amore, che la geografia serve ad immaginare luoghi diversi, lontano dal banco della scuola … Senza un sogno che abbraccia il bambino, formare all’autonomia rimane un puro esercizio, attraverso il quale si insegna ad allacciarsi le scarpe, ma non a toglierle per camminare a piedi nudi sul prato… si insegna a stare sedut ...; [Leggi tutto...]
Senza un sogno che abbraccia il bambino, ci dimentichiamo che la matematica serve a contare i fiori e le nuvole nel cielo, che l’italiano è la lingua della poesia e dell’amore, che la geografia serve ad immaginare luoghi diversi, lontano dal banco della scuola … Senza un sogno che abbraccia il bambino, formare all’autonomia rimane un puro esercizio, attraverso il quale si insegna ad allacciarsi le scarpe, ma non a toglierle per camminare a piedi nudi sul prato… si insegna a stare seduti composti a tavola, ma non a mangiare seduti sotto una quercia. Siamo muratori, anche bravi, che costruiscono muri, anche robusti e imponenti, ma senza l’ardire onirico dell’architettura …
Abstract/Sommario: Con l’approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (13 dicembre 2006), ratificata nel 2009 anche dall’Italia, il movimento delle persone con disabilità, ha visto affermarsi gli sforzi e le lotte per il riconoscimento dei diritti di uguaglianza, rispetto della dignità, non discriminazione, pari opportunità, coinvolgimento nelle scelte. Grazie alla Convenzione, viene finalmente riconosciuta ed esplicitata la necessità di superare il modello medico come punt ...; [Leggi tutto...]
Con l’approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (13 dicembre 2006), ratificata nel 2009 anche dall’Italia, il movimento delle persone con disabilità, ha visto affermarsi gli sforzi e le lotte per il riconoscimento dei diritti di uguaglianza, rispetto della dignità, non discriminazione, pari opportunità, coinvolgimento nelle scelte. Grazie alla Convenzione, viene finalmente riconosciuta ed esplicitata la necessità di superare il modello medico come punto di riferimento per definire la disabilità, a favore di un modello più complesso, dove la disabilità viene considerata non come una malattia ma come risultante del rapporto sociale tra le caratteristiche delle persone e l’ambiente in cui esse vivono. La semplice moltiplicazione di servizi per la disabilità, pur rispondendo alla domanda del prendersi cura, di per sé non è garanzia di un’attenzione al tema dell’appartenenza sociale delle persone che li abitano. A distanza di anni dalla firma della Convenzione e dalla ratifica da parte dell’Italia, l’impressione è che i diversi attori facciano ancora fatica se non resistenza a raccogliere questa sfida per ricercare delle risposte agli interrogativi.
Abstract/Sommario: Le caratteristiche di chi valuta - età, genere, ceto sociale, reddito e, ancor più, qualità delle relazioni e senso di appartenenza condizionano l’autovalutazione e la percezione della QdV. È possibile, invece, individuare e misurare i fattori in grado di modificare la QdV di una persona, di una comunità o dell’intera popolazione mondiale e valutarne con buona approssimazione l’incidenza. Questo grazie all’evoluzione del concetto di salute, come stato di completo benessere, che nella s ...; [Leggi tutto...]
Le caratteristiche di chi valuta - età, genere, ceto sociale, reddito e, ancor più, qualità delle relazioni e senso di appartenenza condizionano l’autovalutazione e la percezione della QdV. È possibile, invece, individuare e misurare i fattori in grado di modificare la QdV di una persona, di una comunità o dell’intera popolazione mondiale e valutarne con buona approssimazione l’incidenza. Questo grazie all’evoluzione del concetto di salute, come stato di completo benessere, che nella sua dimensione soggettiva e olistica ben si collega alla qualità di vita. Una persona con malattia diagnosticata (disease) e socialmente riconosciuta (sickness) può avere una buona qualità di vita anche se malata (illness). Questo è ancor più vero per le persone con disabilità il cui funzionamento deriva dall’interazione della persona con l’ambiente. I determinanti della salute modificano l’ambiente e incidono in maniera significativa sulla qualità della vita delle persone sia in senso positivo che negativo.
Abstract/Sommario: Come rispondiamo a chi ci chiede come stanno le persone di cui ci prendiamo cura nei nostri servizi? Chi ci dice se stiamo lavorando bene e se stiamo facendo davvero il bene della persona? Quanto sono sincronizzati i nostri sistemi gestionali con i team operativi che effettuano l’intervento diretto con la persona? Siamo in grado di dimostrare che il modello gestionale di una organizzazione è al servizio dei diritti delle persone di cui si prende cura e non viceversa? È possibile supera ...; [Leggi tutto...]
Come rispondiamo a chi ci chiede come stanno le persone di cui ci prendiamo cura nei nostri servizi? Chi ci dice se stiamo lavorando bene e se stiamo facendo davvero il bene della persona? Quanto sono sincronizzati i nostri sistemi gestionali con i team operativi che effettuano l’intervento diretto con la persona? Siamo in grado di dimostrare che il modello gestionale di una organizzazione è al servizio dei diritti delle persone di cui si prende cura e non viceversa? È possibile superare la valutazione del benessere basato su osservazioni e opinioni degli operatori con strumenti basati sulle evidenze che misurano la QdV? Quanto sono allineate le nostre organizzazioni e le nostre pratiche con i diritti umani richiamati dalle convenzioni ONU per l’infanzia e l’adolescenza e per le persone con disabilità? Com’è cambiata la Qualità di Vita durante la pandemia? Il contributo affronta alcune di queste tematiche facendo riferimento all’esperienza maturata nei servizi di Fondazione Renato Piatti-Anffas di Varese.