Abstract/Sommario: L'autore, riferendosi al cambiamento di alcune pratiche della nostra vita quotidiana avvenuto durante la pandemia del covid-19, in apparenza banali ma che, invece, meritano la dovuta attenzione (es. il lavaggio frequente delle mani), riflette sulla differenza che esiste tra conoscenza appresa e conoscenza compresa, affermando che i nostri apprendimenti possono essere dei semplici comportamenti (apprendimenti) che sono al di fuori della nostra comprensione. Esiste, infatti, la possibili ...; [Leggi tutto...]
L'autore, riferendosi al cambiamento di alcune pratiche della nostra vita quotidiana avvenuto durante la pandemia del covid-19, in apparenza banali ma che, invece, meritano la dovuta attenzione (es. il lavaggio frequente delle mani), riflette sulla differenza che esiste tra conoscenza appresa e conoscenza compresa, affermando che i nostri apprendimenti possono essere dei semplici comportamenti (apprendimenti) che sono al di fuori della nostra comprensione. Esiste, infatti, la possibilità di apprendere e non capire, come anche quella di capire senza apprendere. Conoscenza compresa e conoscenza appresa non sono la stessa cosa, anzi, tra loro esiste un confine alquanto sottile che divide l'essere dall'avere, che distingue cioè, quell'essere consapevole ed artefice del proprio cammino da quell'avere inteso come acquisizione solitaria di cose e/o nozioni che sono destinate all'immobilità del loro senso. Esistono, quindi, due strade diverse: la prima è quella dell'apprendimento, senza l'accesso alla comprensione e con la sola memorizzazione, si costruisce e si risolve in un bagaglio di dati potenzialmente disponibili. La seconda strada è quella della comprensione dei vari apprendimenti che sfocerà alla loro generalizzazione, intesa come capacità di usarli che, a sua volta, produrrà progresso nella conoscenza, la quale aprirà la strada ad altri apprendimenti, creando così un circolo virtuoso.
Abstract/Sommario: Ogni volta che un bambino si muove ci offre uno spaccato del suo mondo interiore, quindi ci racconta qualcosa di sé; in effetti, già dalla nascita (e per tutta la prima infanzia), almeno fino ai 6 anni, la corporeità sarà per lui il canale maggiormente più utilizzato dal punto di vista espressivo e gli insegnanti devono conoscere, consapevolmente, questo importante strumento di comunicazione. Crescere significa divenire più consapevoli e per farlo il corpo ha bisogno di essere consider ...; [Leggi tutto...]
Ogni volta che un bambino si muove ci offre uno spaccato del suo mondo interiore, quindi ci racconta qualcosa di sé; in effetti, già dalla nascita (e per tutta la prima infanzia), almeno fino ai 6 anni, la corporeità sarà per lui il canale maggiormente più utilizzato dal punto di vista espressivo e gli insegnanti devono conoscere, consapevolmente, questo importante strumento di comunicazione. Crescere significa divenire più consapevoli e per farlo il corpo ha bisogno di essere considerato il protagonista degli insegnamenti educativi e didattici, almeno dagli 0 ai 6 anni. La recente emergenza sanitaria, nel nostro Paese. ci ha costretti ad introdurre nella nostra quotidianità delle pratiche ed atteggiamenti associati al mondo dei bambini ed imposto loro delle regole nuove e piuttosto ferree anche nell'ambiente della scuola e tale tipo di esperienza ha lasciato in essi una traccia. In questo periodo i corpi dei bambini hanno indicato come la pandemia ha inciso sul loro benessere (difficoltà sulla propria autoregolazione nel campo del gioco, difficoltà alimentari, comportamentali, di linguaggio, di sonno e motorie) e quindi. secondo l'autrice, è proprio dal corpo e sul corpo che si deve dirigere e svolgersi l'intervento educativo degli insegnanti per elaborare le piccole e/o grandi ferite che ha creato e lasciato su quelli più piccoli la pandemia.
Abstract/Sommario: Il modello Debate Base sta ad indicare un determinato di formazione che consiste in un confronto regolamentato tra gli studenti in cui si assumono due posizioni, pro e contro, su un dato argomento. L'esperienza condotta da un gruppo di docenti di una scuola marchigiana ha evidenziato che l'applicazione del Debate, anche per gli studenti della scuola primaria, può avere un notevole potenziamento sull'apprendimento di questi ultimi. Questi insegnanti sono partiti da una convinzione univo ...; [Leggi tutto...]
Il modello Debate Base sta ad indicare un determinato di formazione che consiste in un confronto regolamentato tra gli studenti in cui si assumono due posizioni, pro e contro, su un dato argomento. L'esperienza condotta da un gruppo di docenti di una scuola marchigiana ha evidenziato che l'applicazione del Debate, anche per gli studenti della scuola primaria, può avere un notevole potenziamento sull'apprendimento di questi ultimi. Questi insegnanti sono partiti da una convinzione univoca: quella, cioè, di offrire, fin dalla scuola primaria, agli studenti spazi aperti all'oralità e al confronto tra opinioni, nel rispetto delle regole. Ciò significa di offrire maggiori possibilità per la crescita e la formazione di cittadini consapevoli. Inoltre, proporre il debate rappresentava anche il tentativo di uscire da una didattica trasmissiva, dove gli allievi tendono, più o meno meccanicamente, a ripetere i loro apprendimenti e a renderli, invece, co-costruttori di questi ultimi (e quindi, protagonisti). Lo scopo principale è stato quello di creare un modello di lavoro che poteva fungere da primo approccio (l'esperimento è stato avviato entro i tre plessi della scuola primaria) e quindi, proporre il debate come metodologia di educazione formativa e non competitiva, avvicinando i bambini al gusto del confronto ed evitando o posticipando l'aspetto competitivo della gara.
Abstract/Sommario: Il distanziamento sociale e la mascherina, in quest'ultimo periodo, secondo l'autore, ci hanno fatto toccare con mano cosa può diventare uno spazio quando è privato del contatto fisico o vicinanza. Considerando le quattro tipologie di distanza fisica correlate al tipo di relazione interpersonale (distanza intima, distanza personale, distanza sociale e distanza pubblica) si può dire che, includendo anche la distanza virtuale, a scuola sono scomparse le due tipologie di distanza interper ...; [Leggi tutto...]
Il distanziamento sociale e la mascherina, in quest'ultimo periodo, secondo l'autore, ci hanno fatto toccare con mano cosa può diventare uno spazio quando è privato del contatto fisico o vicinanza. Considerando le quattro tipologie di distanza fisica correlate al tipo di relazione interpersonale (distanza intima, distanza personale, distanza sociale e distanza pubblica) si può dire che, includendo anche la distanza virtuale, a scuola sono scomparse le due tipologie di distanza interpersonale, cioè quelle che corrispondono, nella nostra cultura, al rapporto di confidenza e a quello di vicinanza socio-affettiva (distanza intima e distanza personale). Lo spazio in astratto non esiste ma è sempre un luogo dove gli insegnanti e i propri allievi possono ottenere una serie di relazioni la cui qualità influisce poi in modo determinante sul benessere e sulla capacità di insegnare e di apprendere. Inoltre, lo spazio non deve essere considerato come un contenitore neutro ma soprattutto come una "abitazione" dove stare bene in essa significa stare in un ambiente accogliente, il quale permette a tutti il piacere, appunto, dello stare bene. Per affrontare l'anno scolastico (nonostante alcune condizioni di incertezza che, ancora, lo caratterizzano), afferma l'autore, occorre che ci portiamo dietro 3 cose: 1) una bussola, che è la nuova forma mentale che abbiamo acquisito nella esperienza di scuola, in due anni, in situazione di emergenza; 2) una mappa, cioè una composizione di tutti gli adattamenti ed estensioni dello spazio che hanno messo in discussione la stessa organizzazione della scuola (es. le aule); 3) una cassetta degli attrezzi, cioè tutti gli strumenti e le soluzioni che gli insegnanti sono riusciti ad ideare per poi sperimentandole e metterle in pratica.
Abstract/Sommario: La pandemia dei due ultimi anni ha travolto anche il settore della scuola dove sono emerse molte delle debolezze del contesto e prima fra tutte la "fatica" da parte del corpo docente di svolgere il proprio lavoro unita al fattore crescente della demotivazione e a un leggero e flebile supporto relazionale; ciò ha indirizzato gli insegnanti a una certa resistenza al cambiamento. Ci si è resi conto, però, di una cosa positiva: l'importanza del senso educativo scaturito dalla didattica a d ...; [Leggi tutto...]
La pandemia dei due ultimi anni ha travolto anche il settore della scuola dove sono emerse molte delle debolezze del contesto e prima fra tutte la "fatica" da parte del corpo docente di svolgere il proprio lavoro unita al fattore crescente della demotivazione e a un leggero e flebile supporto relazionale; ciò ha indirizzato gli insegnanti a una certa resistenza al cambiamento. Ci si è resi conto, però, di una cosa positiva: l'importanza del senso educativo scaturito dalla didattica a distanza, quindi il clima di classe, il dialogo, la consapevolezza delle relazioni, le esperienze sul campo e soprattutto il benessere degli insegnanti per garantire un apprendimento basato sull'attenzione e l'educazione (e il rispetto) alle differenze. La scuola del presente, del qui e ora, diventa così un luogo dove ognuno può stare bene ed aumentare la propria crescita educativa. La mindfulness, a scuola, si pone come obiettivo di essere, sia per gli insegnanti e sia per gli allievi, un metodo efficace per imparare a guardare e ad accettare la realtà nel tempo presente, e quindi com'è, osservando attentamente e non giudicando in modo negativo ciò che avviene attorno a noi. Le politiche scolastiche, in questo caso, devono tenere conto di come imparare, in modo consapevole, a essere un insegnante di supporto e al tempo stesso, ad essere degli allievi consapevoli di sé stessi; ciò rappresenta la base per orientare la scuola ad essere un punto di riferimento sociale, comunitario dove può esistere il benessere didattico, relazionale e individuale.
Abstract/Sommario: E' proprio vero che se diamo voce ai bambini possono uscire grandi progetti, grandi proposte e quindi grandi cambiamenti! Chiara e Maria, due insegnanti specializzate per le attività di sostegno della scuola dell'infanzia, con una visione ampia di corresponsabilità non solo con le colleghe del Team di sezione ma anche con i bambini e con un nonno, hanno promosso un "meraviglioso viaggio" di co-costruzione di artefatti ad altissima personalizzazione, che nel loro piccolo hanno abbraccia ...; [Leggi tutto...]
E' proprio vero che se diamo voce ai bambini possono uscire grandi progetti, grandi proposte e quindi grandi cambiamenti! Chiara e Maria, due insegnanti specializzate per le attività di sostegno della scuola dell'infanzia, con una visione ampia di corresponsabilità non solo con le colleghe del Team di sezione ma anche con i bambini e con un nonno, hanno promosso un "meraviglioso viaggio" di co-costruzione di artefatti ad altissima personalizzazione, che nel loro piccolo hanno abbracciato le linee di indirizzo dello Universal Design for Learning. Attività ludiche che contribuiranno a rendere davvero un pò più libero e un pò meno vuoto il tempo di gioco di Matteo, di Lucia e di tutti!