Abstract/Sommario: È preziosa questa testimonianza sull’esperienza di cura e promozione educativa e umana svolta nelle comunità di Domus de Luna in tanti anni. L’esperienza, infatti, della presa in carico di profonde sofferenze e fragilità e dell’accompagnamento attento di 50 mamme, 143 bambini e bambine e 65 adolescenti mostra un modello sapiente di azione integrata che invita a considerazioni generali. Le persone trovano una via d’uscita dal buio se vengono considerate come persone e non come meri d ...; [Leggi tutto...]
È preziosa questa testimonianza sull’esperienza di cura e promozione educativa e umana svolta nelle comunità di Domus de Luna in tanti anni. L’esperienza, infatti, della presa in carico di profonde sofferenze e fragilità e dell’accompagnamento attento di 50 mamme, 143 bambini e bambine e 65 adolescenti mostra un modello sapiente di azione integrata che invita a considerazioni generali. Le persone trovano una via d’uscita dal buio se vengono considerate come persone e non come meri destinatari di servizi. La possibilità stessa di una via d’uscita dipende dall’attenzione proprio a ogni persona, per come è e per come costruisce, insieme agli altri, una prospettiva di riscatto, riparazione, futuro. L’esperienza di Domus de Luna conferma che non è possibile alcuna facile standardizzazione del lavoro rivolto alle “infanzie negate”. Si deve metodicamente tener conto, in via prioritaria, della vita di ognuno. Proprio l’attenzione per ciascuna persona richiede un metodo che la testimonianza di Luigi Cancrini su Domus de Luna descrive in queste pagine con straordinaria chiarezza. Si tratta di un sistema complesso di attenzione e manutenzione che vuole tenere ben presenti le fasi dello sviluppo infantile in relazione ai vissuti, dare parola al dolore, avere costante attenzione ai contesti familiari e alle evoluzioni o mancate evoluzioni della figura materna e paterna.
Abstract/Sommario: Il volontariato come bene comune, da tutelare e incrementare. L'appello all'Unesco per valorizzare il «bene comune» è solo il primo passo verso una società più inclusiva e più equa, che ponga le persone al centro. Oggi, davanti al fenomeno del volontariato “liquido”, «le organizzazioni vivono il tema dello scarso ricambio. Fare cultura del volontariato significa capire perché non siamo riusciti a coinvolgere e stimolare nelle organizzazioni nuove persone, un tema su cui oggi dobbiamo t ...; [Leggi tutto...]
Il volontariato come bene comune, da tutelare e incrementare. L'appello all'Unesco per valorizzare il «bene comune» è solo il primo passo verso una società più inclusiva e più equa, che ponga le persone al centro. Oggi, davanti al fenomeno del volontariato “liquido”, «le organizzazioni vivono il tema dello scarso ricambio. Fare cultura del volontariato significa capire perché non siamo riusciti a coinvolgere e stimolare nelle organizzazioni nuove persone, un tema su cui oggi dobbiamo tornare e il numero speciale di Vita arriva al momento giusto. Il numero di Vita è solo l'inizio di una serie di iniziative, dibattiti, incontri. Il primo step di una road map che avrà il volontariato come perno per connettere realtà, organizzazioni, esperienze sul territorio. Se una comunità non si prende cura del bene comune, il bene comune è destinato a morire. Lo stesso vale per il volontariato che è come una trota: naviga solo in acque pulite e a noi spetta far sì che le trote del bene continuino a nuotare in acque pulite. Si tratta di un numero-manifesto, che nella prima parte è dedicato a un'inchiesta che racconta come il volontariato sia un vero e proprio stock del bene nella società di oggi.