Abstract/Sommario: La spiritualità è un concetto presente in tutte le culture, come ricerca da parte dell’individuo di un significato ultimo della propria esistenza. Pur non essendoci un consenso sulla sua definizione, negli ultimi decenni si va affermando un nuovo paradigma, che, collegandola al concetto di Qualità della Vita attraverso il Benessere Spirituale, la considera un bisogno fondamentale e fondante della natura stessa dell’essere umano, dotato di esistenza autonoma ed indipendente dalla reli ...; [Leggi tutto...]
La spiritualità è un concetto presente in tutte le culture, come ricerca da parte dell’individuo di un significato ultimo della propria esistenza. Pur non essendoci un consenso sulla sua definizione, negli ultimi decenni si va affermando un nuovo paradigma, che, collegandola al concetto di Qualità della Vita attraverso il Benessere Spirituale, la considera un bisogno fondamentale e fondante della natura stessa dell’essere umano, dotato di esistenza autonoma ed indipendente dalla religione.
Abstract/Sommario: “Vade mecum”, cioè “vieni con me”. Nel linguaggio figurativo: “ti do una mano”. Questo contributo è parte di un sussidio pensato per la pastorale delle persone con disabilità offerto ai parroci e viceparroci, ai diaconi, alle catechiste ed ai catechisti, a tutti gli operatori ed operatrici pastorali per una comunità inclusiva e mai discriminante. Nell'articolo vengono affrontati e discussi alcuni dei più comuni pregiudizi che ostacolano la piena inclusione delle persone disabili nella ...; [Leggi tutto...]
“Vade mecum”, cioè “vieni con me”. Nel linguaggio figurativo: “ti do una mano”. Questo contributo è parte di un sussidio pensato per la pastorale delle persone con disabilità offerto ai parroci e viceparroci, ai diaconi, alle catechiste ed ai catechisti, a tutti gli operatori ed operatrici pastorali per una comunità inclusiva e mai discriminante. Nell'articolo vengono affrontati e discussi alcuni dei più comuni pregiudizi che ostacolano la piena inclusione delle persone disabili nella vita delle comunità religiose. Per uscire da certe precomprensioni è necessario cambiare prospettiva, riconoscendo il ruolo centrale della spiritualità per la cura e la riabilitazione di tutte le persone, indipendentemente dalla loro disabilità fisica o psichica. In questo senso, la comunità parrocchiale può rappresentare in un vero e proprio laboratorio di esperienze.
Abstract/Sommario: Il testo è la traduzione italiana della lezione “Hidden in Plain Sight: Spirituality, Intellectual and Developmental Disabilities, and Wholeness”, tenuta dal Reverendo William C. Gaventa presso la School of Teology and Ministry del Boston College, l’8 novembre 2019. Perchè la spiritualità fa ancora fatica ad essere pienamente riconosciuta come una dimensione di cura, sostegno e qualità della vita quando si parla di persone con disabilità intellettive e dello sviluppo? Nel suo intervent ...; [Leggi tutto...]
Il testo è la traduzione italiana della lezione “Hidden in Plain Sight: Spirituality, Intellectual and Developmental Disabilities, and Wholeness”, tenuta dal Reverendo William C. Gaventa presso la School of Teology and Ministry del Boston College, l’8 novembre 2019. Perchè la spiritualità fa ancora fatica ad essere pienamente riconosciuta come una dimensione di cura, sostegno e qualità della vita quando si parla di persone con disabilità intellettive e dello sviluppo? Nel suo intervento, l’Autore discute alcune delle ragioni, mostrando come esplorare il significato della disabilità conduca al regno della spiritualità e come quest’ultima permei i cicli di vita e i percorsi di cura delle persone più vulnerabili.
Abstract/Sommario: La pandemia COVID-19 ha colpito profondamente tutto il mondo e gli attuali sforzi in ambito sanitario si sono incentrati sulla prevenzione e sulla garanzia dell’accesso a servizi intensivi per le persone con sintomatologia più grave. Numerosi report hanno già descritto un sostanziale disagio psicologico che ha interessato l’intera popolazione. Tuttavia, emergenze di questo tipo tendono a colpire in modo sproporzionato i soggetti più vulnerabili. Le persone con disabilità intellettive/d ...; [Leggi tutto...]
La pandemia COVID-19 ha colpito profondamente tutto il mondo e gli attuali sforzi in ambito sanitario si sono incentrati sulla prevenzione e sulla garanzia dell’accesso a servizi intensivi per le persone con sintomatologia più grave. Numerosi report hanno già descritto un sostanziale disagio psicologico che ha interessato l’intera popolazione. Tuttavia, emergenze di questo tipo tendono a colpire in modo sproporzionato i soggetti più vulnerabili. Le persone con disabilità intellettive/disturbo dello spettro autistico con necessità elevata e molto elevata di supporto, sembrano essere annoverate tra le più colpite. Il presente contributo propone una discussione dettagliata delle questioni relative alla pandemia COVID-19 specifiche per questa popolazione, attraverso una revisione della letteratura disponibile e l’analisi di nuovi dati sui fattori di vulnerabilità fisica e psichica riscontrabili nelle persone con disturbi del neurosviluppo. Conoscenze di questo tipo sono fondamentali per fornire alle famiglie e ai caregiver consigli su come contrastare i rischi associati all’attuale pandemia.
Abstract/Sommario: Lo stress può avere effetti devastanti sulla vita di ciascuno di noi: adulti, lavoratori, persino – e forse con maggiori manifestazioni – nei bambini. Si tratta di una reazione “interna” che viene tuttavia esternalizzata, convertita in sintomo, in primis tramite il corpo. La neo-modernità porta con sé un background storico e culturale nel quale i minori crescono con un notevole livello di stress, che viene talora mal interpretato dagli adulti di riferimento e dalle istituzioni, come la ...; [Leggi tutto...]
Lo stress può avere effetti devastanti sulla vita di ciascuno di noi: adulti, lavoratori, persino – e forse con maggiori manifestazioni – nei bambini. Si tratta di una reazione “interna” che viene tuttavia esternalizzata, convertita in sintomo, in primis tramite il corpo. La neo-modernità porta con sé un background storico e culturale nel quale i minori crescono con un notevole livello di stress, che viene talora mal interpretato dagli adulti di riferimento e dalle istituzioni, come la scuola. Immaginiamo quale impatto potrebbe avere lo stesso livello di stress per un bambino con DDAI, forme di autismo, disregolazione emotiva, disturbi del neurosviluppo e deficit cognitivi. Quello che si crea è un vissuto, nella maggior parte dei casi, non solo stressante, ma anche frustrante dovuto a un ambiente sempre più richiestivo nei confronti di un soggetto che ha poca consapevolezza del sé e dell’ambiente stesso, con un inevitabile aumento di sofferenza emotiva e un peggioramento generale della Qualità di vita. Nell’ottica di una progettazione spirituale laica, che miri a una presa in carico olistica e globale del minore, si è pensato ad un’ipotesi di progetto riguardante l’inserimento di pratiche mindfulness nella scansione quotidiana della giornata di minori con disturbi del neurosviluppo inseriti in un centro riabilitativo semi-residenzale, al fine di aumentare, laddove possibile, la loro consapevolezza rispetto all’ambiente, o anche solo di creare momenti di rilassamento e avvicinamento al sé corporeo.
Abstract/Sommario: Il titolo rappresenta immediatamente una sfida, o meglio ancora una domanda radicale: è possibile una vita spirituale laddove la disabilità intellettiva è grave e profonda? La debolezza delle capacità cognitive non rappresenta di per sé un ostacolo all’espressione della spiritualità? Non è meglio, più semplicemente, ricondurre la riflessione al tema dell’inclusione, intesa come partecipazione della persona con disabilità alla vita di una comunità religiosa, a prescindere dalla capacità ...; [Leggi tutto...]
Il titolo rappresenta immediatamente una sfida, o meglio ancora una domanda radicale: è possibile una vita spirituale laddove la disabilità intellettiva è grave e profonda? La debolezza delle capacità cognitive non rappresenta di per sé un ostacolo all’espressione della spiritualità? Non è meglio, più semplicemente, ricondurre la riflessione al tema dell’inclusione, intesa come partecipazione della persona con disabilità alla vita di una comunità religiosa, a prescindere dalla capacità di vivere in prima persona, per così dire in proprio, una dinamica spirituale? Presa da un altro punto di vista, la questione può essere espressa in questi termini: che rapporto c’è tra la vita spirituale e l’intelligenza, con particolare riferimento ad un aspetto centrale come la capacità di comprendere le parole, di sostenere un dialogo interno e di comunicare? Occorre riconoscere con onestà che questo legame non è probabilmente così centrale come si potrebbe immaginare. Per certi aspetti, affermare che la spiritualità sia correlata alla capacità di comprendere rappresenta, al contrario, una sorta di contraddizione in termini, in quanto la dimensione trascendente, per definizione, non rientra nel dominio del comprensibile e del noto, quanto invece in quello dello stupore, della meraviglia di fronte ad aspetti dell’esperienza che non è dato comprendere, che ci sorprendono e ci sfuggono.