Abstract/Sommario: Il progetto ConTesto nasce dal bisogno di realizzare un nuovo servizio di accoglienza coprodotto tra diversi soggetti aventi esperienze diverse ma di valore uguale; quindi, diffondere la cultura dell'aiuto condiviso verso utenti e famiglie in difficoltà e che sono legati al mondo della salute mentale. Alla base c'è l'aiuto tra pari, i quali con la propria esperienza possono essere di aiuto e di sostegno ad altre persone aventi una condizione simile. Nato sulla base di un altro progetto ...; [Leggi tutto...]
Il progetto ConTesto nasce dal bisogno di realizzare un nuovo servizio di accoglienza coprodotto tra diversi soggetti aventi esperienze diverse ma di valore uguale; quindi, diffondere la cultura dell'aiuto condiviso verso utenti e famiglie in difficoltà e che sono legati al mondo della salute mentale. Alla base c'è l'aiuto tra pari, i quali con la propria esperienza possono essere di aiuto e di sostegno ad altre persone aventi una condizione simile. Nato sulla base di un altro progetto (CO.PRO) ConTesto rappresenta una realtà che unisce il Terzo settore alle istituzioni attraverso il coinvolgimento del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze della città di Como e di 3 associazioni: NèP, costituita da utenti; La Mongolfiera costituita dalle famiglie interessate e la CoopLotta, il cui obiettivo è la lotta alla emarginazione, tenendo sempre presente il tema della salute mentale. Ad oggi il cuore del progetto è l'inserimento di utenti e familiari all'interno del CPS (Centro Psico-Sociale) di Como come supporto agli operatori. Le persone, quando arrivano al centro, hanno la possibilità di confrontarsi con altre persone in base alle loro esperienze, oltre che con le figure professionali idonee; all'interno dello stesso Centro c'è uno spazio adatto per accogliere coloro che hanno bisogno di aiuto. In questo caso la voce dei cosiddetti esperti per esperienza ha costituito il vero punto di appoggio di tale progetto, offrendo sia la risposta al bisogno dei familiari di essere ascoltati e sia la risposta di fornire agli operatoti un diverso punto di vista. Ciò ha consentito la riduzione delle distanze tra le varie parti e il miglioramento dei servizi.
Abstract/Sommario: L'autrice in questo suo articolo ci illustra le novità inserite nel preambolo e nei primi tre titoli del nuovo codice deontologico. Rispetto alla visione delle persone, il preambolo del Codice introduce una modifica molto significativa; non sono più utilizzati i termini utente e cliente riferiti a coloro che si rivolgono all'assistente sociale, bensì il termine persona. Tale termine appare più realistico perché sposta il centro del rapporto (e non relazione) fra le due parti in cui ciò ...; [Leggi tutto...]
L'autrice in questo suo articolo ci illustra le novità inserite nel preambolo e nei primi tre titoli del nuovo codice deontologico. Rispetto alla visione delle persone, il preambolo del Codice introduce una modifica molto significativa; non sono più utilizzati i termini utente e cliente riferiti a coloro che si rivolgono all'assistente sociale, bensì il termine persona. Tale termine appare più realistico perché sposta il centro del rapporto (e non relazione) fra le due parti in cui ciò che conta è il bene o servizio offerto e ricevuto, insieme alla possibilità di scelta di quest'ultimo. Inoltre, il preambolo aggiunge un aspetto importante indicando i motivi che hanno portato alla scelta di utilizzo del termine "persona" ed uno di questi motivi è la valorizzazione esplicita delle capacità e delle risorse di tutti gli individui e delle comunità con cui l'assistente sociale opera. I primi tre Titoli del nuovo Codice presentano le: Definizioni generali e ambito di applicazione (Titolo I), i Principi generali della professione (Titolo II) e i Doveri e responsabilità generali dei professionisti (Titolo III). Il nuovo Codice, inoltre, comprende nel lavoro professionale quello svolto, anche, a distanza, via internet o altra via telematica e quindi, la professione dell'assistente sociale poggia su un nuovo terreno di azione dove si evidenziano altri problemi etici (oltre a quelli consueti tradizionali) che riguardano la dimensione della relazione e la sua trasparenza, che viene investita da tale cambio di contesto.
Abstract/Sommario: La riflessione riguardo il tema del community organizing oggigiorno sta attirando sempre di più l'attenzione non solo degli operatori sociali ma anche di altri professionisti che sono impegnati a vario titolo nelle nostre comunità. Ciò è reso più evidente grazie alla pubblicazione, per la prima volta in Italia, del libro di Saul Alinsky (Radicali all'azione! Organizzare i senza potere), il quale racconta da vicino l'esperienza proprio del community organizing che anche se è collocato i ...; [Leggi tutto...]
La riflessione riguardo il tema del community organizing oggigiorno sta attirando sempre di più l'attenzione non solo degli operatori sociali ma anche di altri professionisti che sono impegnati a vario titolo nelle nostre comunità. Ciò è reso più evidente grazie alla pubblicazione, per la prima volta in Italia, del libro di Saul Alinsky (Radicali all'azione! Organizzare i senza potere), il quale racconta da vicino l'esperienza proprio del community organizing che anche se è collocato in un contesto sociale e storico diverso da quello nostro attuale, rappresenta un esempio di organizzazione comunitaria del passato ma riguarda anche temi di oggi che sono importanti per il nostro futuro. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1946, riguarda il lavoro realizzato da Alinsky e dalla organizzazione fondata da lui (BYNC: Back of the Yards Neighborhood Council) che diventa lo strumento con il quale le comunità riorganizzate rafforzano il proprio potere; lo scopo di Alinsky è quello di restituire potere alle comunità con un metodo di riorganizzazione delle stesse basato sugli attori già esistenti e costruendo un programma comunitario concernente istanze e bisogni comuni. La finalità del community organizing è quella di costruire una capacità di organizzazione delle comunità ma di gestire, anche, la leadership in modo che esse diventino uno strumento idoneo a sostegno delle battaglie democratiche; quindi, creare strumenti permanenti per gestire i vari conflitti, promuovere le competenze, saper trattare con gli interlocutori istituzionali ed economici (coloro cioè che detengono il potere della comunità) e con questi strumenti negoziare continui miglioramenti per la stessa comunità.