Abstract/Sommario: Carlo Lepri, ha da poco pubblicato Diventare grandi: La condizione adulta delle persone con disabilità intellettiva. Stimolati dalla lettura del libro gli abbiamo posto alcune domande: Oggi, siamo sfidati dai contenuti della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Cosa vuol dire riconoscere la persona nella sua adultità? Se il problema principale è quello delle inadeguate aspettative della società nei confronti delle persone con disabilità intellettiva, come è possibi ...; [Leggi tutto...]
Carlo Lepri, ha da poco pubblicato Diventare grandi: La condizione adulta delle persone con disabilità intellettiva. Stimolati dalla lettura del libro gli abbiamo posto alcune domande: Oggi, siamo sfidati dai contenuti della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Cosa vuol dire riconoscere la persona nella sua adultità? Se il problema principale è quello delle inadeguate aspettative della società nei confronti delle persone con disabilità intellettiva, come è possibile cambiare questa situazione? Come si può diventare adulti vivendo in luoghi senza tempo, all’interno di relazioni che privilegiano la logica della protezione, sicurezza, custodia, rispetto a quella dell’autonomia, dell’autodeterminazione? Come stanno in relazione l’identità della persona adulta con disabilità e l’identità dell’educatore e che ruolo svolge quest’ultimo? Non si può lavorare con la persona con disabilità senza coinvolgere la sua famiglia; come questa va sostenuta in un processo di accompagnamento?
Abstract/Sommario: Il percorso che ha portato alla stesura del nostro libro "Un manicomio dismesso" ci è parso, a tratti, simile a un viaggio nel tempo per penetrare in una sorta di non-mondo. Un viaggio, comunque, per recarci all’incontro con persone vissute un secolo fa e conoscerle, sia pure indirettamente, attraverso parole scritte da loro, a loro o su di loro, per raccontare il sistema “manicomio”, l’ambiente e il contesto. Nel libro raccontiamo storie, descriviamo ambienti e parliamo dei diversi pr ...; [Leggi tutto...]
Il percorso che ha portato alla stesura del nostro libro "Un manicomio dismesso" ci è parso, a tratti, simile a un viaggio nel tempo per penetrare in una sorta di non-mondo. Un viaggio, comunque, per recarci all’incontro con persone vissute un secolo fa e conoscerle, sia pure indirettamente, attraverso parole scritte da loro, a loro o su di loro, per raccontare il sistema “manicomio”, l’ambiente e il contesto. Nel libro raccontiamo storie, descriviamo ambienti e parliamo dei diversi professionisti che afiancavano queste persone ospitate al Sant'Artemio di Treviso.
Abstract/Sommario: La signora G. mamma di D. afferma: La mia speranza è che questi ragazzi possano essere sempre più autonomi e noi genitori avere il nostro di spazio, come fanno tutti i figli che a una certa età aprono la porta e dicono: “Ciao!”. Tante volte - quando ci mettiamo a tavola e lui non c’è - io e mio marito ci guardiamo e diciamo: “Eccoci, siamo due vecchietti!”. Poi quando torna D. si mette al suo posto e dice con aria orgogliosa: “Oh! l’ho riempito di nuovo questo posto!”. Anche il nonno g ...; [Leggi tutto...]
La signora G. mamma di D. afferma: La mia speranza è che questi ragazzi possano essere sempre più autonomi e noi genitori avere il nostro di spazio, come fanno tutti i figli che a una certa età aprono la porta e dicono: “Ciao!”. Tante volte - quando ci mettiamo a tavola e lui non c’è - io e mio marito ci guardiamo e diciamo: “Eccoci, siamo due vecchietti!”. Poi quando torna D. si mette al suo posto e dice con aria orgogliosa: “Oh! l’ho riempito di nuovo questo posto!”. Anche il nonno gli ha detto prima di ripartire: “Non andare via più che nonno ti vuole tanto bene!” e lui sicuro ha riposto: “Eh ma io sto bene anche là, poi comunque torno qui!”