Abstract/Sommario: Fino a poco tempo fa, molti pensavano che la dislessia fosse un disturbo comportamentale che interessava principalmente la lettura. In realtà, è una condizione parzialmente ereditabile, le cui manifestazioni cliniche sono estremamente complesse, e includono deficit nella lettura, nella memoria di lavoro, nella coordinazione sensomotoria e nei primi stadi dell’elaborazione sensoriale. Anche se una ricerca estensiva ha caratterizzato attentamente queste anomalie comportamentali, i mecca ...; [Leggi tutto...]
Fino a poco tempo fa, molti pensavano che la dislessia fosse un disturbo comportamentale che interessava principalmente la lettura. In realtà, è una condizione parzialmente ereditabile, le cui manifestazioni cliniche sono estremamente complesse, e includono deficit nella lettura, nella memoria di lavoro, nella coordinazione sensomotoria e nei primi stadi dell’elaborazione sensoriale. Anche se una ricerca estensiva ha caratterizzato attentamente queste anomalie comportamentali, i meccanismi biologici della loro manifestazione clinica sono ancora poco compresi. Le recenti ricerche sia sulla natura delle anomalie strutturali e funzionali nella dislessia evolutiva, sia sulla neuroanatomia funzionale della lettura, hanno contribuito a fare avanzare la nostra comprensione della localizzazione dei processi responsabili dei segni e dei sintomi della dislessia. Questo articolo esamina le recenti evidenze a sostegno di una base biologica della dislessia evolutiva.
Abstract/Sommario: In una qualunque prima elementare i bambini che si avvicinano alla lettoscrittura sono fra loro molto eterogenei, e l’apprendimento successivo è notevolmente influenzato dalle abilità di base, dalla metodologia utilizzata nell’insegnamento, dall’individuazione dei «punti deboli», su cui è necessario soffermarsi maggiormente, a seconda del bambino. Risulta quindi importante l’individuazione precoce dei bambini a rischio, al fine di prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie ...; [Leggi tutto...]
In una qualunque prima elementare i bambini che si avvicinano alla lettoscrittura sono fra loro molto eterogenei, e l’apprendimento successivo è notevolmente influenzato dalle abilità di base, dalla metodologia utilizzata nell’insegnamento, dall’individuazione dei «punti deboli», su cui è necessario soffermarsi maggiormente, a seconda del bambino. Risulta quindi importante l’individuazione precoce dei bambini a rischio, al fine di prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi errati, inefficaci o poco economici e di limitare i danni derivanti dalla frustrazione per l’insuccesso. A tal fine si è pensato di attuare uno screening in quattro classi di prima elementare, ripetuto in tre successivi momenti dell’anno scolastico e intervallato dalla creazione di gruppi specifici di lavoro con i bambini a rischio sulle abilità metafonologiche. In questo contributo si presentano le modalità di svolgimento dello screening e i risultati ottenuti.