Abstract/Sommario: L'articolo tratta dell'assistenza prestata in un ambiente sociale interattivo, in cui un robot umanoide dà istruzioni e feedback, svolgendo il ruolo di trainer e nello stesso tempo monitora i progressi del trattamento, modificandolo quando è necessario. Si tratta cioè della SAR (Socially Assistive Robotics) utilizzata principalmente per la riabilitazione di pazienti con disabilità fisiche; la SAR, non solo, ha la capacità di attivare e mantenere una interazione sociale (tipica dei gioc ...; [Leggi tutto...]
L'articolo tratta dell'assistenza prestata in un ambiente sociale interattivo, in cui un robot umanoide dà istruzioni e feedback, svolgendo il ruolo di trainer e nello stesso tempo monitora i progressi del trattamento, modificandolo quando è necessario. Si tratta cioè della SAR (Socially Assistive Robotics) utilizzata principalmente per la riabilitazione di pazienti con disabilità fisiche; la SAR, non solo, ha la capacità di attivare e mantenere una interazione sociale (tipica dei giocattoli robot), ma include anche quelle interazioni finalizzate a fornire assistenza riguardo, non solo al movimento, ma anche alla riabilitazione psicologica e sociale. La SAR è stata, infatti, impiegata nella riabilitazione traumatica e nel recupero di pazienti colpiti da ictus o altre patologie neurologiche, ma anche di recente nella salute mentale. Essa, inoltre, può essere utilizzata per supportare l'ADOS (Autismo Diagnostic Observation Schedule), un test che ricorre a metodi diversi per suscitare l'interazione fra il bambino e il medico; per mezzo dell'assistenza robotica si può realizzare una importante integrazione con gli strumenti psicodiagnostici e la valutazione del clinico. Oltre al trattamento diagnostico, la SAR ha, quindi, un ruolo fondamentale nel trattamento dell'autismo nei bambini affetti da tale patologia, aiutandoli a ridurre quei comportamenti disfunzionali che sono loro tipici. Si sa che le capacità di questi bambini sono limitate nella comunicazione con gli altri, hanno difficoltà di prestare attenzione e sono, invece, presenti comportamenti ripetitivi e stereotipati. Il robot con la dovuta sua programmazione può aiutarli ad apprendere comportamenti socialmente opportuni, dare loro lo stimolo necessario per imparare e per rinforzare le risposte positive. I rapidi progressi nel campo della robotica offrono, quindi, nuove possibilità per gli interventi con i bambini con autismo (anche perché questi ultimi mostrano molto interesse per i sistemi tecnologici); infatti, è stata applicata con successo nel campo dell'assistenza terapeutica e diagnostica, però come mezzo di supporto (e non sostitutivo) della figura del psicologo; quest'ultimo, infatti, deve mantenere sempre il controllo della programmazione e del monitoraggio del trattamento.