Abstract/Sommario: Sono stati condotti molti studi per determinare i tassi di prevalenza del disturbo dello spettro autistico negli Stati Uniti. Le metodologie di questi studi sono state diverse, con conseguente molteplicità di pubblicazioni che hanno riportato differenti valori di prevalenza e questo crea difficoltà ai singoli Stati nella programmazione dei servizi e dei costi. I tassi di prevalenza accurati sono importanti per ottenere servizi adeguati, interventi di sensibilizzazione, adeguamento dei ...; [Leggi tutto...]
Sono stati condotti molti studi per determinare i tassi di prevalenza del disturbo dello spettro autistico negli Stati Uniti. Le metodologie di questi studi sono state diverse, con conseguente molteplicità di pubblicazioni che hanno riportato differenti valori di prevalenza e questo crea difficoltà ai singoli Stati nella programmazione dei servizi e dei costi. I tassi di prevalenza accurati sono importanti per ottenere servizi adeguati, interventi di sensibilizzazione, adeguamento dei finanziamenti e corretta assegnazione dei servizi per le persone con autismo e per le loro famiglie. Inoltre, gli studi sulla prevalenza possono essere utilizzati per valutare quali gruppi sono più a rischio per l’autismo in base a ragioni sociali e fattori ambientali. Questo documento descrive metodologie diverse che possono essere utilizzate per determinare i tassi di prevalenza, i punti di forza e di debolezza di ciascun metodo e le modalità per determinare i tassi accurati. Questo documento include anche i risultati di uno studio condotto in tal senso nel Nebraska.
Abstract/Sommario: L'uso di indicatori comportamentali come misura di sazietà era una procedura sviluppata da O'Reilly et al. (Journal of Applied Behavior Analysis, 42, 773-783, 2009) che consisteva nel controllare e programmare sistematicamente l'accesso ad un rinforzo tangibile. Al fine di ottenere una migliore comprensione dell'utilità degli indicatori comportamentali di sazietà in impostazioni applicate, gli autori hanno condotto una indagine sistematica in letteratura individuando nove studi che han ...; [Leggi tutto...]
L'uso di indicatori comportamentali come misura di sazietà era una procedura sviluppata da O'Reilly et al. (Journal of Applied Behavior Analysis, 42, 773-783, 2009) che consisteva nel controllare e programmare sistematicamente l'accesso ad un rinforzo tangibile. Al fine di ottenere una migliore comprensione dell'utilità degli indicatori comportamentali di sazietà in impostazioni applicate, gli autori hanno condotto una indagine sistematica in letteratura individuando nove studi che hanno utilizzato questa procedura. Vengono sintetizzati in termini qualitativi le caratteristiche dei partecipanti, l'uso di indicatori comportamentali, le variabili dipendenti e risultati ottenuti da ciascun studio. I risultati suggeriscono che questo procedimento è un modo efficace per diminuire i comportamenti problematici ed aumentare comportamenti adattivi durante l’esecuzione del compito. Lo studio arricchisce la letteratura di informazioni utili per identificare future indagini sull'uso di indicatori comportamentali come misura di sazietà.
Abstract/Sommario: Nei soggetti con sindrome di Down ipotonia e lassità legamentosa sono caratteristiche che contribuiscono ad una serie di complicazioni ortopediche, come il piede piatto. Lo scopo di questo studio è stato quello di quantificare le anomalie del piede in questi soggetti nella posizione eretta, in termini di parametri di interazione piede-terra (cioè aree di contatto e distribuzione della pressione plantare), dall'infanzia all'età adulta. Tredici partecipanti sono stati valutati utilizzand ...; [Leggi tutto...]
Nei soggetti con sindrome di Down ipotonia e lassità legamentosa sono caratteristiche che contribuiscono ad una serie di complicazioni ortopediche, come il piede piatto. Lo scopo di questo studio è stato quello di quantificare le anomalie del piede in questi soggetti nella posizione eretta, in termini di parametri di interazione piede-terra (cioè aree di contatto e distribuzione della pressione plantare), dall'infanzia all'età adulta. Tredici partecipanti sono stati valutati utilizzando la pedobarografia e confrontati con partecipanti sani in un intervallo di tempo di circa 17 anni, dall'infanzia all'età adulta. Gli individui con sindrome di Down sono risultati esposti ad aumenti di tutte le sub-regioni tra l'infanzia e l'adolescenza, con riduzioni significative in età adulta. Per quanto riguarda le pressioni di contatto, in soggetti sani sono stati rilevati cambiamenti in adolescenza e l'età adulta per tutte le regioni, mentre nel primo gruppo gli aumenti significativi dell’avampiede e del retropiede sono stati osservati solo in età adulta. Le pressioni sono state sistematicamente superiori nei sani di tutte le età nella parte posteriore del piede e in adolescenza in quella anteriore, mentre gli individui con sindrome di Down hanno dato valori di pressione più elevati nel metatarso tra infanzia e adolescenza. Dal momento che una delle cause primarie del piede piatto è la presenza di ipotonia e lassità legamentosa, che sembra persistere in particolare negli anni dell'adolescenza, appare importante pianificare, a partire dall'infanzia, un programma riabilitativo specifico per questa popolazione.
Abstract/Sommario: Precedenti ricerche sulla comunicazione funzionale hanno dimostrato la sua efficacia nelle varie modalità di comunicazione e che, mentre l'intervento può essere efficace nelle diverse modalità di comunicazione, i singoli partecipanti dimostrano una preferenza tra quelle disponibili. L'attuale studio ha valutato la preferenza tra le modalità di comunicazione contemporaneamente disponibili per 18 persone con disabilità dello sviluppo, tra cui disturbo dello spettro autistico e deficit in ...; [Leggi tutto...]
Precedenti ricerche sulla comunicazione funzionale hanno dimostrato la sua efficacia nelle varie modalità di comunicazione e che, mentre l'intervento può essere efficace nelle diverse modalità di comunicazione, i singoli partecipanti dimostrano una preferenza tra quelle disponibili. L'attuale studio ha valutato la preferenza tra le modalità di comunicazione contemporaneamente disponibili per 18 persone con disabilità dello sviluppo, tra cui disturbo dello spettro autistico e deficit intellettivo. I risultati dello studio hanno indicato che ciascuno degli individui ha mostrato una preferenza tra modalità di risposta comunicativa, anche se la preferenza non era sempre immediatamente verificabile. I risultati sono discussi nel contesto di implicazioni per la progettazione e realizzazione di interventi per favorire la comunicazione funzionale.
Abstract/Sommario: Il comportamento ripetitivo è spesso presente nelle persone con disturbo dello spettro autistico e in quelle con disturbo ossessivo compulsivo. È importante comprendere se nell’autismo un comportamento stereotipato sia più legato alle topografie osservate in soggetti con ritardo nello sviluppo o più a quelle osservate nel disturbo ossessivo compulsivo. La distinzione è importante perché i trattamenti per i compulsivi partono da principi eziologici molto diversi da quelli descritti per ...; [Leggi tutto...]
Il comportamento ripetitivo è spesso presente nelle persone con disturbo dello spettro autistico e in quelle con disturbo ossessivo compulsivo. È importante comprendere se nell’autismo un comportamento stereotipato sia più legato alle topografie osservate in soggetti con ritardo nello sviluppo o più a quelle osservate nel disturbo ossessivo compulsivo. La distinzione è importante perché i trattamenti per i compulsivi partono da principi eziologici molto diversi da quelli descritti per il comportamento stereotipato nei bambini con autismo. Un possibile modo per acquisire indicatori di pericolo in chi presenta un comportamento ripetitivo è la misurazione della frequenza cardiaca. L'attuale studio ha valutato la variabilità della frequenza cardiaca in presenza o assenza di specifiche condizioni del comportamento in oggetto in bambini con autismo. Quando non sono state osservate differenze significative tra queste condizioni, è stato attuato un trattamento specifico che si è dimostrato un modo efficace per gestire il comportamento compulsivo del partecipante. Il trattamento è stato implementato in ambiente familiare e anche il genitore è stato in grado di implementare in modo efficace l'intervento.
Abstract/Sommario: Le famiglie con bambini e adolescenti con disabilità intellettiva hanno percezioni positive che possono aumentare i livelli di qualità della vita. Tuttavia, poco si sa su ciò che accade a queste percezioni positive e ai livelli quando i membri della famiglia raggiungono l'età adulta. Il nostro obiettivo principale è stato quello di analizzare i predittori dei fattori, considerando le variabili demografiche e le percezioni positive dei genitori prima e dopo l’ingrasso nell’età adulta de ...; [Leggi tutto...]
Le famiglie con bambini e adolescenti con disabilità intellettiva hanno percezioni positive che possono aumentare i livelli di qualità della vita. Tuttavia, poco si sa su ciò che accade a queste percezioni positive e ai livelli quando i membri della famiglia raggiungono l'età adulta. Il nostro obiettivo principale è stato quello di analizzare i predittori dei fattori, considerando le variabili demografiche e le percezioni positive dei genitori prima e dopo l’ingrasso nell’età adulta del figlio. Un campione di 861 famiglie che ha avuto un membro della famiglia con disabilità intellettiva tra 1 e 70 anni di età ha completato la Positive Contributions Scale (PCS) al fine di misurare le percezioni positive e la qualità della vita familiare. I risultati hanno indicato che le famiglie con i livelli più elevati di percezione positiva riportato livelli più elevati di fattori legati alla qualità della vita. L'analisi predittiva dei fattori ha mostrato che in entrambi i gruppi di famiglie con un membro con disabilità giovane o adulto non vi era un effetto significativo dalle percezioni positive sui livelli segnalati dei fattori, anche se l'effetto delle variabili demografiche incluse nel modello è stato eliminato. Gli attuali risultati forniscono un'ulteriore prova dell'importanza di un approccio positivo verso le famiglie con un membro della famiglia con disabilità intellettiva, rafforzando e ampliando la percezione positiva al fine di promuovere la loro qualità della vita. Sono discusse le implicazioni pratiche di questi risultati insieme con le indicazioni per la ricerca futura.
Abstract/Sommario: I giochi all'aperto offrono ai bambini enormi vantaggi per lo sviluppo e il benessere. Tuttavia, i bambini con disabilità dello sviluppo partecipano meno a queste attività rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. In genere, sono gli adulti a prendere decisioni sul tipo di gioco per i propri bambini questo vale soprattutto per i bambini con disabilità. Gli autori hanno condotto una indagine sistematica e nell’articolo sintetizzano i risultati di studi qualitativi condotti sui proc ...; [Leggi tutto...]
I giochi all'aperto offrono ai bambini enormi vantaggi per lo sviluppo e il benessere. Tuttavia, i bambini con disabilità dello sviluppo partecipano meno a queste attività rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. In genere, sono gli adulti a prendere decisioni sul tipo di gioco per i propri bambini questo vale soprattutto per i bambini con disabilità. Gli autori hanno condotto una indagine sistematica e nell’articolo sintetizzano i risultati di studi qualitativi condotti sui processi decisionali di operatori sanitari che utilizzano la teoria ecoculturale in relazione ai giochi all'aperto per bambini con disabilità. È stata condotta una indagine sui motori di ricerca per individuare studi che dal 1990 al maggio 2015 hanno esaminato il processo decisionale di genitori, insegnanti e operatori sanitari di bambini in età scolare con disabilità dello sviluppo in materia di giochi all'aperto. Undici studi prevalentemente qualitativi hanno risposto ai criteri di accettazione posti. I risultati hanno mostrato che caregiver, famiglie, scuole e comunità considerano molti fattori al momento di decidere su quando, dove, come e se considerare i giochi all'aperto. Tra i fattori emergono: la motivazione per la partecipazione a giochi all'aperto; gli ambienti sociali e i costruiti; le considerazioni familiari e quelle scolastiche (tempo e costi); la consapevolezza degli educatori delle opportunità offerte dal momento ludico; le caratteristiche del bambino (capacità, salute e interessi). Esiste un’interazione dinamica con l’ambiente ecoculturale di un bambino con disabilità dello sviluppo per determinare gli esiti delle decisioni riguardo ai giochi all'aperto. Di conseguenza, per aumentare le opportunità dei benefici connessi con giochi all'aperto deve essere considerato ogni elemento ecoculturale.
Abstract/Sommario: Gli strumenti psicometrici in grado di fornire indicatori quantitativi sui costrutti del comportamento adattivo, sulle esigenze di supporto e sulla qualità della vita hanno ricevuto una notevole attenzione nel campo della disabilità intellettiva. Gli autori hanno indagato sulla relazione tra questi tre costrutti esaminando i punteggi raccolti con la Adaptive Behavior Scale (ABS), la Supports Intensity Scale (SIS), e la Personal Outcomes Scale (POS; a QOL scale). I dati ottenuti su 146 ...; [Leggi tutto...]
Gli strumenti psicometrici in grado di fornire indicatori quantitativi sui costrutti del comportamento adattivo, sulle esigenze di supporto e sulla qualità della vita hanno ricevuto una notevole attenzione nel campo della disabilità intellettiva. Gli autori hanno indagato sulla relazione tra questi tre costrutti esaminando i punteggi raccolti con la Adaptive Behavior Scale (ABS), la Supports Intensity Scale (SIS), e la Personal Outcomes Scale (POS; a QOL scale). I dati ottenuti su 146 adulti portoghesi con deficit intellettivo hanno rivelato che: i domini relativi alla valutazione del comportamento adattivo hanno una relazione negativa moderata con le sottoscale SIS; il valore assoluto di correlazioni tra domini di queste due scale ABS SIS è maggiore rispetto al rapporto ABS / POS o alle correlazioni SIS / POS; le persone con abilità adattive relativamente più forti ed esigenze di supporto minori mostrano una qualità di vita più alta. Inoltre, i punteggi del comportamento adattivo sono stati un forte predittore dei risultati personali rispetto ai punteggi dei bisogni di supporto. Sono discusse le implicazioni per la ricerca e la pratica futura.