Abstract/Sommario: L'adolescenza rappresenta quella fase della vita che è caratterizzata dal distacco relazionale del ragazzo/ragazza dai genitori; è una fase molto importante in cui i ragazzi mettono alla prova le proprie risorse, cioè tutto quello che hanno imparato dalle varie esperienze familiari subite nell'età infantile. E' l'età che vede nell'adolescente vacillare la sua immagine, il suo senso di sicurezza e la fiducia verso se stesso e anche verso gli altri. Ed ecco che cominciano a comparire str ...; [Leggi tutto...]
L'adolescenza rappresenta quella fase della vita che è caratterizzata dal distacco relazionale del ragazzo/ragazza dai genitori; è una fase molto importante in cui i ragazzi mettono alla prova le proprie risorse, cioè tutto quello che hanno imparato dalle varie esperienze familiari subite nell'età infantile. E' l'età che vede nell'adolescente vacillare la sua immagine, il suo senso di sicurezza e la fiducia verso se stesso e anche verso gli altri. Ed ecco che cominciano a comparire strani comportamenti da parte sua che possono essere allarmanti: chiusura in se stesso, disprezzo di se, mancanza di autostima, allontanamento dalle relazioni e legami, fino a forme di vero e proprio autolesionismo (anoressia, bulimia, ecc.). I fattori che determinano questo tipo di comportamenti insoliti sono i più svariati e di non facile individuazione; uno può essere il profitto scolastico, quando c'è un improvviso crollo del rendimento; un'altro è sicuramente la stessa pubertà, la quale rimette in discussione i rapporti con le persone che fungono da riferimento e supporto (genitori, altri familiari, insegnanti ed amici d'infanzia). Il motivo per cui questi adolescenti si procurano volutamente del male è un modo per essi per sentirsi padroni della propria vita e la convinzione che è meglio farsi del male da soli piuttosto che temere l'aggressione da parte degli altri; ciò perchè l'autolesionismo lenisce la sofferenza ed è quindi un momentaneo conforto. In questi casi è ovvio che spetta agli adulti essere loro vicini, non lasciarli soli con questi comportamenti distruttivi, cercando di capirne le ragioni e prendere gli opportuni provvedimenti per far ritrovare loro la fiducia in se stessi e negli altri e la riduzione delle tensioni.
Abstract/Sommario: E' vero che la vecchiaia comporta dei miglioramenti a livello di esperienza e di capacità di giudizio, ma la memoria, l'attenzione e la velocità di elaborazione delle informazioni subiscono dei rallentamenti; ciò determina un declino cognitivo che, a sua volta, può determinare una perdita dell'autonomia personale e di conseguenza una riduzione della qualità della vita. Una delle maggiori preoccupazioni delle persone che superano i 60 anni è quella di mantenersi più a lungo lucidi, cont ...; [Leggi tutto...]
E' vero che la vecchiaia comporta dei miglioramenti a livello di esperienza e di capacità di giudizio, ma la memoria, l'attenzione e la velocità di elaborazione delle informazioni subiscono dei rallentamenti; ciò determina un declino cognitivo che, a sua volta, può determinare una perdita dell'autonomia personale e di conseguenza una riduzione della qualità della vita. Una delle maggiori preoccupazioni delle persone che superano i 60 anni è quella di mantenersi più a lungo lucidi, continuare cioè ad essere capaci di pensare in modo chiaro, di ricordare in modo accurato, di risolvere problemi e di sbrigare questioni pratiche, ciò perché ogni atto della vita quotidiana fa parte delle capacità cognitive. Quindi la conservazione di queste capacità costituisce una componente essenziale della qualità della vita e, soprattutto della qualità dell'invecchiamento. Per questa ragione occorre che sia le strutture sanitarie e sia quelle sociali mettano in atto misure volte non solo a preservare le capacità cognitive ma anche a migliorarle, rendendo così possibile quello che è definito come "cognitive resilience", cioè la capacità di far fronte, dal punto di vista cognitivo, a situazioni di stress o alle avversità della vita.
Abstract/Sommario: L'apprendimento della lingua è innato: tutti i bambini imparano a parlare. Qualunque sia il suo ambiente, già a 2 anni il bambino conosce la fonologia della lingua madre, ne padroneggia la grammatica, imparando ogni giorno un buon numero di nuovi vocaboli. Il bambino nasce, quindi con la capacità di acquisire una grammatica, che sarà poi lo scheletro del suo linguaggio; ma perché questo apprendimento avvenga è indispensabile non solo che intorno a lui si parli una lingua, ma che si par ...; [Leggi tutto...]
L'apprendimento della lingua è innato: tutti i bambini imparano a parlare. Qualunque sia il suo ambiente, già a 2 anni il bambino conosce la fonologia della lingua madre, ne padroneggia la grammatica, imparando ogni giorno un buon numero di nuovi vocaboli. Il bambino nasce, quindi con la capacità di acquisire una grammatica, che sarà poi lo scheletro del suo linguaggio; ma perché questo apprendimento avvenga è indispensabile non solo che intorno a lui si parli una lingua, ma che si parli a lui. Studi recenti hanno dimostrato che l'interazione sociale è un fattore decisivo per l'apprendimento del linguaggio; il bambino impara a parlare se qualcuno gli parla e interagisce con lui (ciò non succede se guarda un video, non lo imparerebbe mai). L'interazione con l'altro poi è decisiva ai fini dell'attenzione e della motivazione (altro fattore fondamentale per l'apprendimento).