Abstract/Sommario: Il gioco consente ai bambini di impegnarsi in modo appropriato con gli altri e un importante facilitatore del gioco è il sostegno dato dall'adulto. I ricercatori sono partiti dalla considerazione che i genitori di bambini con sviluppo tipico sostengono il loro gioco a partire dai 12 mesi, mentre, questo approccio non si manifesta nei genitori di bambini con disturbi dello spettro autistico. Gli autori hanno esaminato le tecniche di supporto utilizzate nel corso di un intervento socio-r ...; [Leggi tutto...]
Il gioco consente ai bambini di impegnarsi in modo appropriato con gli altri e un importante facilitatore del gioco è il sostegno dato dall'adulto. I ricercatori sono partiti dalla considerazione che i genitori di bambini con sviluppo tipico sostengono il loro gioco a partire dai 12 mesi, mentre, questo approccio non si manifesta nei genitori di bambini con disturbi dello spettro autistico. Gli autori hanno esaminato le tecniche di supporto utilizzate nel corso di un intervento socio-relazionale per i bambini con autismo e al contempo hanno valutato il gioco delle madri con questi bambini. Sono state esaminate le tecniche di supporto delle madri (commenti, richieste, prompt) e i risultati hanno mostrato che le iniziative di supporto delle madri sono aumentate con tutti i bambini coinvolti. Si dimostra come l'aiuto offerto durante il gioco sia un contributo importante per stimolare i bambini con autismo ad esprimere al meglio le proprie possibilità.
Abstract/Sommario: Gli autori hanno condotto un'analisi retrospettiva sull'uso dei rinforzi durante l'apprendimento di modalità comunicative funzionali. Sono state interessate alla ricerca mediante analisi funzionale quattro persone diagnosticate con un disturbo dello spettro autistico e con comportamento problematico mantenuto da rinforzi positivi (tangibili) e negativi (fuga dalle richieste). Nel primo studio sono stati considerati i dati relativi al consumo di beni tangibili, alla richiesta di attenzi ...; [Leggi tutto...]
Gli autori hanno condotto un'analisi retrospettiva sull'uso dei rinforzi durante l'apprendimento di modalità comunicative funzionali. Sono state interessate alla ricerca mediante analisi funzionale quattro persone diagnosticate con un disturbo dello spettro autistico e con comportamento problematico mantenuto da rinforzi positivi (tangibili) e negativi (fuga dalle richieste). Nel primo studio sono stati considerati i dati relativi al consumo di beni tangibili, alla richiesta di attenzione e alla fuga dal compito. Come ipotizzato, i rinforzi che hanno dimostrato di mantenere il comportamento problematico erano spesso quelli consumabili. Tuttavia, tre partecipanti hanno anche cercato attenzione. In un secondo studio si è considerata la relazione tra qualità di attenzione e ricerca di attenzione. Sono emerse correlazioni significative per tre partecipanti. Questi dati dimostrano che le stesse classi di rinforzo identificate come mantenimento di un comportamento problematico possono essere prese in considerazione anche per il loro trattamento.
Abstract/Sommario: I bambini con sindrome di Down mostrano spesso comportamenti ripetitivi incluse routine inusuali, rituali e stereotipie. Interventi per il comportamento ripetitivo in queste persone spesso includono procedure di controllo che non sono avvalorate da valutazioni funzionali, nonostante questi trattamenti si basino su effetti efficaci per l'intervento sul comportamento ripetitivo con altri tipi di disabilità. Mediante l'analisi funzionale gli autori hanno valutato quali rinforzi mantenesse ...; [Leggi tutto...]
I bambini con sindrome di Down mostrano spesso comportamenti ripetitivi incluse routine inusuali, rituali e stereotipie. Interventi per il comportamento ripetitivo in queste persone spesso includono procedure di controllo che non sono avvalorate da valutazioni funzionali, nonostante questi trattamenti si basino su effetti efficaci per l'intervento sul comportamento ripetitivo con altri tipi di disabilità. Mediante l'analisi funzionale gli autori hanno valutato quali rinforzi mantenessero il comportamento ripetitivo in tre bambini con sindrome di Down. Dopo l'identificazione delle funzioni automatiche, hanno avviato l'indagine per dimostrare l'efficacia della tecnica con rinforzo differenziale di altri comportamenti (DRO) per ridurre il comportamento ripetitivo. Questo si è dimostrato vero per un partecipante e il risultato ottenuto si è mantenuto a distanza di tre mesi. Questo studio conferma la validità dell'uso dell'analisi funzionale per diminuire comportamenti ripetitivi con studenti con sindrome di Down.
Abstract/Sommario: Si sono indagati i costrutti (fattori) e i contenuti (articoli) che costituiscono il concetto di sé nei bambini con paralisi cerebrale. Sono stati formati tre gruppi di studio con il metodo statistico Delphi: 12 bambini di età compresa tra 8-12 anni, 18 operatori sanitari e 21 professionisti impegnati con questa popolazione. Dopo una ricerca condotta nella letteratura esistente, si è utilizzata una scala a cinque punti per valutare l'importanza dei fattori correlati al concetto di sé. ...; [Leggi tutto...]
Si sono indagati i costrutti (fattori) e i contenuti (articoli) che costituiscono il concetto di sé nei bambini con paralisi cerebrale. Sono stati formati tre gruppi di studio con il metodo statistico Delphi: 12 bambini di età compresa tra 8-12 anni, 18 operatori sanitari e 21 professionisti impegnati con questa popolazione. Dopo una ricerca condotta nella letteratura esistente, si è utilizzata una scala a cinque punti per valutare l'importanza dei fattori correlati al concetto di sé. Per aumentare la comprensione per i bambini, il processo di valutazione è stato presentato sotto forma di gioco chiamato "myTREEHOUSE" dove i gradini che portano alla casa sull'albero rappresentavano rating progressivamente più elevati. Ogni elemento è stato presentato verbalmente con frasi brevi e visivamente con PECS. In totale 52 termini hanno ottenuto il consenso da due o più gruppi di partecipanti. Molte aree del concetto di sé riconosciute come importante per questi bambini sono risultate simili a quelle presenti nei bambini con sviluppo tipico, ma sono stati identificati anche elementi specifici per questa popolazione.