Abstract/Sommario: Gli autori hanno voluto valutare se l'utilizzo di strategie per migliorare i tempi di attesa potesse migliorare la qualità della comunicazione in famiglia di bambini sordociechi o pluriminorati sensoriali. Lo schema a disegno singolo è stato utilizzato con tre bambini non vedenti con deficit evolutivo e problemi di comunicazione, uno di loro era sordocieco. Durante le sei sessioni d'intervento si è cercato di incrementare i tempi d'attesa portandoli dagli 0-2 secondi dell'indagine di b ...; [Leggi tutto...]
Gli autori hanno voluto valutare se l'utilizzo di strategie per migliorare i tempi di attesa potesse migliorare la qualità della comunicazione in famiglia di bambini sordociechi o pluriminorati sensoriali. Lo schema a disegno singolo è stato utilizzato con tre bambini non vedenti con deficit evolutivo e problemi di comunicazione, uno di loro era sordocieco. Durante le sei sessioni d'intervento si è cercato di incrementare i tempi d'attesa portandoli dagli 0-2 secondi dell'indagine di base, ai 5-10-15 secondi. I risultati ottenuti indicano che l'allungamento dei tempi d'attesa ha migliorato la qualità del dialogo in questi bambini. Il tempo si dimostra indispensabile per loro quando si attivano per rispondere in modo appropriato, mentre rispondere immediatamente può determinare l'insorgenza di frustrazioni. La ricerca è risultata limitata per l'eterogeneità del gruppo e per i problemi di salute dei bambini. Ma gli autori sono convinti che genitori ed educatori possano intervenire per incrementare di almeno 5 secondi il tempo di attesa a vantaggio delle opportunità di apprendimento, delle relazioni sociali e della comunicazione, senza che questo richieda il ricorso a tecniche di apprendimento sofisticate.
Abstract/Sommario: Gli autori presentano gli esiti di una ricerca condotta su alcuni aspetti della propria identità percepita da adolescenti con disturbi visivi, messi a confronto con coetanei nella norma. Sono stati intervistati 178 adolescenti del primo gruppo confrontandoli con 526 del secondo utilizzando l'Ego Identity Process Questionnaire. Il livello di percezione della propria identità, come la capacità decisionale non sono risultati diversi tra i due gruppi. C'è comunque da precisare che gli adol ...; [Leggi tutto...]
Gli autori presentano gli esiti di una ricerca condotta su alcuni aspetti della propria identità percepita da adolescenti con disturbi visivi, messi a confronto con coetanei nella norma. Sono stati intervistati 178 adolescenti del primo gruppo confrontandoli con 526 del secondo utilizzando l'Ego Identity Process Questionnaire. Il livello di percezione della propria identità, come la capacità decisionale non sono risultati diversi tra i due gruppi. C'è comunque da precisare che gli adolescenti con disturbi visivi differivano tra loro nel livello di identità percepita in relazione alla disabilità se congenita o acquisita. Inoltre le differenze emergevano in relazione a variabili come età, educazione familiare, qualità dei servizi sociali e presenza di comportamenti problematici. In conclusione si può dire che questi adolescenti non presentano particolari problemi nello sviluppo della propria identità confronto ai coetanei vedenti, ma quanti sono ciechi congeniti o presentano gravi livelli di disabilità necessitano di interventi per conoscere ed accedere alle future opportunità.