Abstract/Sommario: I temi che tocca il nostro dossier sono lungi dall’essere esaustivi. Nel rapporto con gli animali e con il cibo, nell’articolazione costituzionale dei diritti e nelle modalità di organizzazione della nascita si evidenziano solo alcuni degli approcci metodologicamente corretti che ci aspettiamo da una medicina che non faccia violenza alla natura. In un momento culturale in cui l’etica in medicina sente la necessità di valorizzare la categoria di “alleanza terapeutica” per qualificare il ...; [Leggi tutto...]
I temi che tocca il nostro dossier sono lungi dall’essere esaustivi. Nel rapporto con gli animali e con il cibo, nell’articolazione costituzionale dei diritti e nelle modalità di organizzazione della nascita si evidenziano solo alcuni degli approcci metodologicamente corretti che ci aspettiamo da una medicina che non faccia violenza alla natura. In un momento culturale in cui l’etica in medicina sente la necessità di valorizzare la categoria di “alleanza terapeutica” per qualificare il rapporto auspicabile tra chi cura e chi riceve le cure, non è fuori luogo ricordare che la categoria dell’alleanza nel “Grande codice” dell’Occidente, la Bibbia, riposa su un patto più fondamentale di quello che possono stringere tra loro gli esseri umani. Il modello alla base di ogni alleanza è quello che nella Genesi è collocato dopo il diluvio universale: l’alleanza con Noè, i suoi figli e i loro discendenti abbraccia anche la vita sulla Terra, in tutte le sue forme. A tutta l’umanità, ancor prima che nello scenario biblico appaiano Abramo e l’alleanza che fonda il monoteismo, l’alleanza di Noè promette un vivere sulla Terra in un ordine universale che non deve più essere sconvolto. Questo impegno oggi è rimesso nelle mani degli uomini: possono essere la malattia fatale o la medicina della Terra.