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Abstract/Sommario: Gli autori presentano uno studio condotto per valutare l'utilità e cogliere i fattori che determinano il tipo di risposta nell'utilizzo del metodo denominato active communication education applicato su anziani con disturbi uditivi. La ricerca, condotta con metodo del doppio cieco e placebo su 178 anziani, ha permesso di verificare come il programma effettivamente sia in grado di riabilitare la funzione uditiva negli anziani e possa rappresentare una valida alternativa alle protesi.

Abstract/Sommario: Precedenti ricerche hanno messo in evidenza come il protocollo utilizzato per la riabilitazione uditiva può incidere significativamente sugli esiti del trattamento, ma non si sa come utilizzarne i massimi vantaggi. Gli autori hanno voluto considerare come la frequenza del trattamento porti persone con l'udito nella norma ad adattarsi al linguaggio modificato in modo anomalo. Per questo sono stati scelti 18 soggetti sottoponendoli a sessioni diverse di ascolto di linguaggio contraffatto ...; [Leggi tutto...] Precedenti ricerche hanno messo in evidenza come il protocollo utilizzato per la riabilitazione uditiva può incidere significativamente sugli esiti del trattamento, ma non si sa come utilizzarne i massimi vantaggi. Gli autori hanno voluto considerare come la frequenza del trattamento porti persone con l'udito nella norma ad adattarsi al linguaggio modificato in modo anomalo. Per questo sono stati scelti 18 soggetti sottoponendoli a sessioni diverse di ascolto di linguaggio contraffatto. I dati raccolti hanno permesso di stabilire che all'aumento del numero delle sessioni corrispondeva un maggior numero di risposte corrette per la comprensione, mentre non si aveva lo stesso risultato modificando la frequenza delle sessioni (settimanale o giornaliera). I dati possono fornire indicazioni su come organizzare il protocollo riabilitativo uditivo.

Abstract/Sommario: Per valutare la relazione tra deficit uditivo e qualità della vita nella popolazione anziana gli autori hanno utilizzato il questionario autovalutativo 36-item Short-Form Health Survey ai 2956 anziani inseriti nel progetto Blue Mountains Hearing Study. I risultati riportati nell'articolo permettono di constatare come l'anziano percepisca inferiore la sua qualità di vita in relazione alla perdita della funzione uditiva

Abstract/Sommario: Quando si valutano gli effetti di un ausilio o la funzionalità di una tecnologia di amplificazione diventano determinanti le informazioni autovalutative date dalla persona. Il tecnico può fare poco per aiutare la persona nella valutazione, per questo gli autori si sono interessati alle variabili presenti nel paziente (personalità, disturbo uditivo) e nel sistema di amplificazione (udibilità di suoni soft) per valutare quanto questi incidano nel giudizio dato. I dati ottenuti dalla rice ...; [Leggi tutto...] Quando si valutano gli effetti di un ausilio o la funzionalità di una tecnologia di amplificazione diventano determinanti le informazioni autovalutative date dalla persona. Il tecnico può fare poco per aiutare la persona nella valutazione, per questo gli autori si sono interessati alle variabili presenti nel paziente (personalità, disturbo uditivo) e nel sistema di amplificazione (udibilità di suoni soft) per valutare quanto questi incidano nel giudizio dato. I dati ottenuti dalla ricerca hanno confermato che la personalità (aspettative) influenza il giudizio, ma esistono questionari in grado di rilevare e correggere queste influenze.

Abstract/Sommario: La perdita della funzione uditiva cocleare comporta assenze o danni ad altre funzioni cellulari e se la perdita uditiva raggiunge la soglia dei 70 db le cellule non reagiscono alle vibrazioni e quindi possono definirsi morte. Gli autori hanno voluto stimare la prevalenza di regioni morte negli adulti con sordità neurosensoriale per vedere se i valori dell'audiogramma associati ad età o sesso possono essere associati e, quindi, diagnosticare la presenza di queste regioni morte. I dati r ...; [Leggi tutto...] La perdita della funzione uditiva cocleare comporta assenze o danni ad altre funzioni cellulari e se la perdita uditiva raggiunge la soglia dei 70 db le cellule non reagiscono alle vibrazioni e quindi possono definirsi morte. Gli autori hanno voluto stimare la prevalenza di regioni morte negli adulti con sordità neurosensoriale per vedere se i valori dell'audiogramma associati ad età o sesso possono essere associati e, quindi, diagnosticare la presenza di queste regioni morte. I dati raccolti hanno permesso di verificare la validità dell'ipotesi.