Abstract/Sommario: Numerose ricerche hanno comprovato una stretta relazione fra disturbo di linguaggio e possibile successiva difficoltà di lettura. Risulta necessaria, quindi, un’attività che supporti i bambini «a rischio» alla fine della scuola dell’infanzia, prima del passaggio alla scuola primaria. Nel SC NPI ASL 17 di Savigliano (CN) la logopedista ha pensato di organizzare due brevi cicli di allenamento metafonologico per questi bambini con disturbo di linguaggio, organizzando il lavoro in gruppi e ...; [Leggi tutto...]
Numerose ricerche hanno comprovato una stretta relazione fra disturbo di linguaggio e possibile successiva difficoltà di lettura. Risulta necessaria, quindi, un’attività che supporti i bambini «a rischio» alla fine della scuola dell’infanzia, prima del passaggio alla scuola primaria. Nel SC NPI ASL 17 di Savigliano (CN) la logopedista ha pensato di organizzare due brevi cicli di allenamento metafonologico per questi bambini con disturbo di linguaggio, organizzando il lavoro in gruppi e con giochi divertenti. A tal fine, ha effettuato anche una valutazione iniziale e finale per verificare il miglioramento di ciascun bambino.
Abstract/Sommario: L’uso di un protocollo unitario ha per noi rappresentato un valido strumento-mezzo per sostenere l’importanza di una presa in carico davvero globale del bambino in età prescolare e per evidenziare l’effettiva efficacia-efficienza della terapia di gruppo. In effetti, visti gli esiti positivi finora ottenuti, se ne è dedotto che il piccolo gruppo rappresenta davvero per il servizio territoriale NPI sia una modalità di lavoro molto valida che una risorsa opportuna in termini di tempo, ene ...; [Leggi tutto...]
L’uso di un protocollo unitario ha per noi rappresentato un valido strumento-mezzo per sostenere l’importanza di una presa in carico davvero globale del bambino in età prescolare e per evidenziare l’effettiva efficacia-efficienza della terapia di gruppo. In effetti, visti gli esiti positivi finora ottenuti, se ne è dedotto che il piccolo gruppo rappresenta davvero per il servizio territoriale NPI sia una modalità di lavoro molto valida che una risorsa opportuna in termini di tempo, energie e costi, sempre intesa come prevenzione secondaria dei disturbi psicomotori e comunicativo - relazionali in età prescolare.
Abstract/Sommario: In questo articolo si presentano i risultati di una ricerca condotta in 15 pazienti adulti affetti da squilibrio muscolare orofacciale attraverso una valutazione clinico - strumentale e un questionario di autovalutazione del paziente. L’ASO (Autovalutazione dello Squilibrio Oro-facciale) si è dimostrato uno strumento valido ai fini di un inquadramento foniatrico-logopedico più completo e di una terapia più efficace. Inoltre, esso si è rivelato utile ai fini della motivazione rendendo i ...; [Leggi tutto...]
In questo articolo si presentano i risultati di una ricerca condotta in 15 pazienti adulti affetti da squilibrio muscolare orofacciale attraverso una valutazione clinico - strumentale e un questionario di autovalutazione del paziente. L’ASO (Autovalutazione dello Squilibrio Oro-facciale) si è dimostrato uno strumento valido ai fini di un inquadramento foniatrico-logopedico più completo e di una terapia più efficace. Inoltre, esso si è rivelato utile ai fini della motivazione rendendo il paziente-utente partecipe del suo processo di cura.
Abstract/Sommario: In questo lavoro vengono riportati i primi dati dell’applicazione dello strumento classificativo ICF a tre popolazioni di individui adulti: soggetti con malattia di Alzheimer, soggetti sottoposti a laringectomia totale, soggetti con sordità profonda. Si osserva come il numero di funzioni e di attività compromesso è significativamente maggiore nel caso di deficit cognitivo; si conferma così l’importanza della regolazione nervosa, mentre gli organi periferici svolgono un ruolo secondario ...; [Leggi tutto...]
In questo lavoro vengono riportati i primi dati dell’applicazione dello strumento classificativo ICF a tre popolazioni di individui adulti: soggetti con malattia di Alzheimer, soggetti sottoposti a laringectomia totale, soggetti con sordità profonda. Si osserva come il numero di funzioni e di attività compromesso è significativamente maggiore nel caso di deficit cognitivo; si conferma così l’importanza della regolazione nervosa, mentre gli organi periferici svolgono un ruolo secondario e risultano facilmente sostituibili da sistemi protesici, valvola fonatoria e impianto cocleare nelle popolazioni prese in considerazione.
Abstract/Sommario: Lo scopo del presente contributo è quello di descrivere le caratteristiche della comunicazione gestuale, sottolineando come questa possa essere considerata sia un precursore della funzione simbolica, sia un valido supporto all’acquisizione del linguaggio. Alla luce di questi presupposti teorici, vengono illustrati i risultati di alcune ricerche condotte da Fasolo e D’Odorico su di un gruppo di bambini con sviluppo del linguaggio rallentato (Parlatori Tardivi) dell’età di 20 mesi, confr ...; [Leggi tutto...]
Lo scopo del presente contributo è quello di descrivere le caratteristiche della comunicazione gestuale, sottolineando come questa possa essere considerata sia un precursore della funzione simbolica, sia un valido supporto all’acquisizione del linguaggio. Alla luce di questi presupposti teorici, vengono illustrati i risultati di alcune ricerche condotte da Fasolo e D’Odorico su di un gruppo di bambini con sviluppo del linguaggio rallentato (Parlatori Tardivi) dell’età di 20 mesi, confrontando le loro produzioni con quelle di un gruppo di bambini di pari età con competenza verbale nella norma. I risultati, nel loro insieme, evidenziano come i Parlatori Tardivi utilizzino i gesti referenziali e il gesto di indicazione con una frequenza significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo, frequenze che risultano essere predittive della competenza linguistica posseduta all’età di 24 e 30 mesi. Un ulteriore risultato mostra come i bambini Parlatori Tardivi associno raramente lo sguardo alla madre al gesto di indicazione, instaurando così dei formati di attenzione condivisa scarsamente efficaci.
Abstract/Sommario: L’obiettivo dello studio è verificare se il Format Narrativo, utilizzato con finalità terapeutico-riabilitative, influisce positivamente sullo sviluppo della competenza comunicativa e linguistica in bambini affetti da Sindrome di Down. Dieci bambini sono stati suddivisi in un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale è stato sottoposto al trattamento mediante Format Narrativo, mentre il gruppo di controllo a un trattamento logopedico classico. I risultati evi ...; [Leggi tutto...]
L’obiettivo dello studio è verificare se il Format Narrativo, utilizzato con finalità terapeutico-riabilitative, influisce positivamente sullo sviluppo della competenza comunicativa e linguistica in bambini affetti da Sindrome di Down. Dieci bambini sono stati suddivisi in un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale è stato sottoposto al trattamento mediante Format Narrativo, mentre il gruppo di controllo a un trattamento logopedico classico. I risultati evidenziano una competenza comunicativa e linguistica significativamente maggiore nei bambini del gruppo sperimentale, rispetto a quelli del gruppo di controllo, sul piano recettivo, espressivo e pragmatico.
Abstract/Sommario: Lo scopo di questo studio era quello di valutare i livelli psicofisici usando i potenziali d’azione composti evocati (EAP), misurati con la telemetria a risposta neurale, possibile con l’impianto cocleare modello CI24M della Cochlear. Le soglie dell’EAP sono risultate altamente correlate con le soglie psicofisiche. Inoltre, il tasso di crescita dell’EAP è risultato correlato in alcuni soggetti con l’aumento dei livelli di stimolazione, con il range dinamico dei limiti di loudness e con ...; [Leggi tutto...]
Lo scopo di questo studio era quello di valutare i livelli psicofisici usando i potenziali d’azione composti evocati (EAP), misurati con la telemetria a risposta neurale, possibile con l’impianto cocleare modello CI24M della Cochlear. Le soglie dell’EAP sono risultate altamente correlate con le soglie psicofisiche. Inoltre, il tasso di crescita dell’EAP è risultato correlato in alcuni soggetti con l’aumento dei livelli di stimolazione, con il range dinamico dei limiti di loudness e con le soglie psicofisiche. Per queste ragioni le informazioni dalle misurazioni della funzione di crescita dell’EAP possono essere utilizzate per valutare le informazioni psicofisiche usate nella regolazione dell’impianto cocleare.